Con 9 voti contrari, 5 a favore e un' astensione, il consiglio provinciale di Cagliari ha bocciato, nell'ultima seduta, la mozione “Il Crocifisso non si tocca”, presentata da Patrizio Buccelli (UDC). Nel dispositivo del documento, che prende le mosse dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo secondo cui la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è “una violazione delle libertà dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”, si impegnava il presidente e la giunta provinciale a “controllare con ogni mezzo che non vengano rimossi i crocifissi dalle aule scolastiche di competenza dell'amministrazione provinciale e a intervenire nei confronti del Governo italiano per sollecitare e sostenere fortemente la presentazione del ricorso contro la sentenza di Strasburgo”.
Nel corso del dibattito l'opposizione di centrodestra ha sostenuto in modo compatto la mozione di Buccelli; unito anche il centrosinistra, che ha chiesto di “non strumentalizzare una questione così delicata per fini elettorali”, fatta eccezione per Ambrogio Muscas (Udeur) che ha votato a a favore del documento. “Il crocifisso – ha detto Buccelli – è il principale simbolo della cultura religiosa e cristiana. La mozione chiede che resti al suo posto e siano rispettate le espressioni di civiltà che hanno radici molto lontane e profonde”. “Sono a favore del crocifisso – ha detto Giorgio Palmas (Pd) - ma contro la mozione”; “in troppi luoghi istituzionali – ha rilevato Leonardo Peddio (capogruppo Rc) ricordando che nei Comuni di troppe Regioni vengono approvate ordinanze e direttive che discriminano gli stranieri e i diversi – il crocifisso è l'unica cosa di cristianorealmente sopravvissuta” mentre per Pierpaolo Ledda (capogruppo Riformatori sardi) la rimozione del crocifisso sarebbe “un atto di intolleranza verso un simbolo di pace universalmente riconosciuto”.
Massimo Pusceddu (capogruppo Pd), affermando che certi argomenti possono solo dividere, ha invitato tutti al rispetto delle leggi, secondo Rita Corda (Pd) in uno spazio pubblico non ci può essere nessun monopolio religioso, mentre per Antonino Munzittu (Pdl) la sentenza di Strasburgo “ignora i molteplici significati del crocifisso”; “dire no al crocifisso – ha aggiunto Ambrogio Muscas (Udeur) - sarebbe come dire no alla mia cultura e alla mia fede”. Di falso problema ha parlato Antonello Murgia (Rc) perché la croce come simbolo non è collegata in modo così diretto al messaggio cristiano, Alessandro Sorgia (Pdl) ha ribadito che “il crocifisso è un simbolo religioso, culturale e storico” e ha chiesto il voto per appello nominale; l'invito a non strumentalizzare il crocifisso è stato ripreso da Giuseppe Palmas,Laura Pulga (Pd), Roberto Milia (Idv) e Antonio Monni(capogruppo Rossomori).
- Uno Notizie Sardegna - Cagliari -
Commenti |
||
nessun commento... |