“Per un’agricoltura che guarda al futuro e al miglioramento continuo della qualità, progetti come questi sono molto utili. Una sperimentazione di frontiera, necessaria ad indicare nuovi percorsi per lo sviluppo rurale, nel pieno rispetto dell’ambiente. Da inizio legislatura ad oggi abbiamo investito complessivamente oltre 3,7 milioni di euro, che sono andati a finanziare più di trenta iniziative gestite da Università e centri di ricerca, oltre che dall’Assam”. Paolo Petrini, vice presidente e assessore all’Agricoltura, commenta così i dati relativi ai progetti di ricerca realizzati o in corso di ultimazione, nel settore agricolo.
“Si tratta – continua Petrini – di iniziative che hanno fatto uso esclusivamente di materiali per la ricerca liberi da Ogm. Inoltre la sperimentazione è stata effettuata su terreni o allevamenti ubicati nel territorio della Regione Marche, ogni progetto è stato attuato con la partecipazione, tramite cofinanziamento diretto od indiretto, di partners con la qualifica di imprenditori agricoli singoli o associati o delle loro associazioni di rappresentanza, con eccezione dei soli progetti aventi valenza prettamente ambientale”.
Un ulteriore impulso all’attività di ricerca in ambito rurale è venuto dalla recente stipula di un protocollo tra Regione, Politecnica delle Marche e Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura del Ministero per le politiche agricole.
Guardando ai progetti realizzati o in corso di ultimazione, sette hanno riguardato i cereali, quattro l’olivicolo, due il biologico, sette la zootecnia, tre la viticoltura, tre l’orticoltura e la frutticoltura. I restanti hanno invece riguardato tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale.
Quanto ai risultati di alcuni dei progetti finanziati, tra le iniziative riguardanti i cereali, d’interesse quella relativa alle diverse utilizzazioni del farro, nonché le analisi e gli studi volti ad individuare genotipi compatibili con intolleranze alimentari oggi sempre più diffuse, come la celiachia.
Tra gli studi focalizzati sull’olivicolo - rilevante anche per i riflessi ambientali - interessante quello sul riutilizzo degli scarti di lavorazione delle olive, che attraverso un’analisi costi benefici delle tecnologie esistenti, studia il metodo maggiormente ecosostenibile di riutilizzo dei reflui e della sansa.
Sul biologico, interessante è l’analisi sulla possibilità di incrementare la fertilità dei terreni secondo il metodo biodinamico, diretto al recupero di antiche tecniche di coltivazione, poi tramontate per effetto della generalizzata adozione della meccanizzazione spinta.
Importanti per la conservazione e la tutela del territorio gli studi inerenti i rapporti tra zootecnia e prevenzione incendi, che indicano come lo sviluppo delle attività zootecniche, rispettoso dell’ecosistema presente, attorno a boschi e foreste, contribuisce a ridurre il rischio incendi.
Interessantissimi gli studi per la identificazione e la valorizzazione di alcuni dei nostri prodotti tipici che si inseriscono a pieno titolo nel contesto dello sviluppo delle aree rurali contribuendo a migliorare la attrattività delle stesse.
Per quanto riguarda i costi dei progetti, questi sono andati dai 40mila euro del progetto dell’Assam di sperimentazione enologica, ad oltre un milione di euro per un progetto inerente le filiere zootecniche Ogm – free, gestito dal Dipartimento di scienze degli alimenti dell’Università Politecnica delle Marche. Il progetto è finalizzato alla identificazione di parametri tecnici ed economici sostenibili per lo sviluppo nella regione Marche di filiere agro zootecniche in assenza di alimenti con organismi geneticamente modificati.
- Uno Notizie Ancona -
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