Nemmeno una minaccia d’aborto salva una donna incinta, A.Q., dalla multa che i vigili hanno elevato al di lei marito, V.C., che l’aveva accompagnata dal medico. La signora A.Q., leccese che abita a Trepuzzi, il 20 agosto scorso era alla 22^ settimana di gravidanza. Quel pomeriggio ha avvertito i sintomi di una minaccia d’aborto e perciò ha allertato il marito, V. C., che con la propria auto, una Peugeot 307, ha prima contattato telefonicamente e poi accompagnato la moglie dalla ginecologa leccese che la seguiva, la dottoressa Debora Gravili.
La dottoressa è dirigente medico presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia del “Vito Fazzi” di Lecce, ma quel pomeriggio non era in reparto, perciò ha ricevuto la sua paziente nello studio di via Richel Rubichi, in pieno centro storico, alle spalle di Palazzo Carafa. Il marito di A.Q, ovviamente, non aveva il permesso di circolazione in zona a traffico limitato, ma altrettanto ovviamente, non poteva fermarsi lontano dallo studio della dottoressa Gravili, viste le condizioni della moglie. Perciò, arrivato in via Rubichi, ha parcheggiato ed ha accompagnato la moglie nello studio medico. All’uscita la sorpresa: una multa di 112 euro per aver transitato e sostato in zona a traffico limitato.
I vigili erano ancora lì ma a nulla è valso il certificato della dottoressa Gravili che ha attestato la gravità del caso, la data e l’ora della visita. A nulla sono valse le proteste di V.C., che pure ha fatto registrare sul verbale le motivazioni della sua infrazione. All’uomo non è rimasto altro da fare che rivolgersi allo Sportello dei diritti del cittadino di Idv dove il responsabile Giovanni D’Agata ha predisposto un ricorso urgente al prefetto di Lecce con il quale si chiede l’annullamento del verbale per vari motivi, ma soprattutto perché la situazione della moglie “può essere configurata come una causa di esclusione della responsabilità in base all’articolo 4 della legge n.689/81”.
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