“Tutti i grandi eventi hanno un impatto pesante su un centro urbano come Roma, inevitabili disagi per i cittadini, più traffico, rifiuti e altro ancora. Nel caso delle Olimpiadi, l'appuntamento rappresenta però soprattutto un grande momento di incontro pacifico tra i popoli, che contribuisce a costruire un mondo diverso e migliore, occasione a cui Roma, vetrina del mondo, non può sottrarsi”. Così scrive Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio, nell’intervento con cui si inaugura oggi la nuova rubrica “Lettere e Commenti” dell’inserto romano del Sole 24 Ore.
“A patto di puntare tutto sulla sostenibilità, di cogliere l'opportunità per migliorare la Capitale, di fare interventi utili ai cittadini ed ai turisti nel tempo –continua Parlati-. La parola d'ordine per la candidatura di Roma 2020 deve essere 'non un metro quadro di suolo consumato', nella scelta dei progetti si devono selezionare strutture e infrastrutture già previste accelerandone la realizzazione, si deve dare spazio alla manutenzione urbana, alla riqualificazione di qualche quartiere anche con interventi di demolizione e ricostruzione, così come al Tevere con un parco fluviale cogliendo la necessità di un eventuale bacino remiero, definendo sin dall'inizio puntualmente il futuro riutilizzo delle strutture e l'assoluta temporaneità di eventuali e limitati nuovi impianti. Nessuna speculazione insomma, tipo quelle assurde proposte per gli stadi di calcio –sottolinea-, ma nemmeno un evento solo effimero, come per l'ipotizzato Gran Premio di F1. Certamente di segno diverso dalla mala gestione delle procedure speciali dei recenti Mondiali di nuoto e dei più lontani Mondiali di calcio del 1990, che hanno impedito il controllo e lasciato diversi danni in città”.
“L'utilità dell'evento si misura nella capacità di utilizzare bene i massicci investimenti che si dovranno rendere disponibili (per Roma 2004 erano circa 3 miliardi di Euro), in particolare su tre fronti -prosegue Parlati-. Per primo quello dei trasporti, dove l'eredità alla città può essere enorme, dalla metro D ad altri prolungamenti, alla chiusura dell'anello ferroviario, ad una nuova rete tranviaria su alcune grandi direttrici, decine di migliaia di bici e centinaia di auto del car sharing, costituendo una flotta di mezzi pubblici ad idrogeno per garantire una mobilità esclusivamente collettiva nelle vaste aree olimpiche. Per secondo, sulla valorizzazione turistica della città, con la realizzazione della completa pedonalizzazione del centro storico e la creazione del parco archeologico di Roma, dai Fori Imperiali al Colosseo e fino all'Appia antica, dove già corse vincendo Abebe Bikila nel 1960. Per terzo, sulla modernizzazione della miriade di piccoli impianti sportivi nei quartieri della città, privilegiando quelli pubblici e garantendo l'accessibilità di quelli privati, attraverso un bando con precisi criteri e obiettivi”.
“Gareggiare per le Olimpiadi del 2020 significa dare per scontato che si debba costruire un evento tutto ecologico –evidenzia Parlati-, in cui le strutture siano interpretate con criteri di alta efficienza energetica e massima qualità architettonica, con produzione integrata di energia da fonti rinnovabili, riciclaggio delle acque, neutralizzazione delle emissioni con progetti di efficienza energetica, prodotti tipici e biologici per la ristorazione o anche idee innovative come il mobilio tutto in cartone riciclato, come per Sidney 2004.”
“Dieci anni sono un tempo giusto per affrontare seriamente le questioni, ma nei prossimi mesi si gioca la partita più importante –conclude Parlati-. Serve allora disponibilità al confronto da parte delle Amministrazioni, lavorando per costruire una candidatura che tutta la città possa sentire come propria, un sogno e un progetto collettivo. L'unica strada per arrivare al risultato”.
- Uno Notizie Roma -
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