VITERBO (UnoNotizie.it)
“Fedeli laici, giovani e famiglie, non abbiate paura di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società. Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo. Ecco l'impegno sociale, ecco il servizio proprio dell'azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale”. E’ un passaggio dell’omelia celebrata da Benedetto XVI a cui hanno assistito 20 mila fedeli raccolti nella spianata di Valle Faul.
Prima di iniziare la santa messa, Ratzinger si è recato al Palazzo dei Papi dove ha ascoltato i discorsi di benvenuto del sindaco Giulio Marini e del vescovo Lorenzo Chiarinelli e ha benedetto le nuove porte bronzee, opera dello scultore Roberto Ioppolo, che celebrano la fusione delle sei diocesi di Acquapendente, Bagnoregio, Tuscania, San Martino al Cimino, Montefiascone e Viterbo, avvenuta nel 1986. In prima fila, hanno preso parte alla messa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il Presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, il sindaco Giulio Marini, la senatrice viterbese del Pdl Laura Allegrini. Letta ha partecipato a questa visita pastorale dopo le tensioni che hanno seguito l'attacco del “Giornale” al direttore di “Avvenire” Dino Boffo, poi dimessosi. Al termine della celebrazione eucaristica, i sottosegretario ha raggiunto il Papa per un paio di minuti, nella piccola sacrestia bianca allestita dietro l'altare e, al termine dell’incontro, ha affermato che “i rapporti tra Italia e Santa Sede sono saldi. Il mio sorriso dice tutto, sono felice e sereno”.
Nel corso della messa, alle autorità civili è stata rivolta una preghiera affinchè, senza favoritismi personali, possano garantire il bene di tutti e promuovere il riconoscimento delle radici cristiane. Benedetto XVI ha esortando all'unità e al dialogo ricordando l’episodio evangelico della guarigione di un sordomuto, che testimonia, ha detto, “l’ardente desiderio di Gesù di vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo, per dare volto ad una nuova umanità. Il deserto più profondo è il cuore umano quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri”. Con l'Angelus, pronunciato subito dopo, Ratzinger ha voluto rievocare una triste pagina della nostra storia: “La seconda guerra mondiale sia monito per tutti a non ripetere tali barbarie e a intensificare gli sforzi per costruire nel nostro tempo, segnato ancora da conflitti e contrapposizioni, una pace duratura". Il Papa ha così chiesto ai 20 mila fedeli presenti di unirsi spiritualmente ai leader di diverse religioni riuniti a Cracovia per pregare in favore della pace, a 70 anni dallo scoppio della secondo conflitto mondiale.
“E' importante - ha aggiunto - l'apporto che le religioni possono e devono dare nel promuovere il perdono e la riconciliazione contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l'estremismo”. Alle ore 12.30 circa Benedetto XVI è giunto alla Basilica di Santa Rosa per visitare il corpo incorrotto di Santa Rosa predisposto al centro della navata dalle clarisse che il Papa ha definito “fiaccole ardenti di preghiera e di amore verso Dio”. Nel piazzale antistante la chiesa, tra facchini e minifacchini, ha potuto ammirare la Macchina Fiore del cielo e salutato l'ideatore Arturo Vittori, con il quale si è complimentato. Il Papa si è poi spostato al complesso di Santa Maria della Quercia, per pranzare insieme a 25 vescovi, provenienti da tutte le diocesi del Lazio, tra cui il cardinal Agostino Vallini, vicario di Roma, che hanno concelebrato la messa a Valle Faul.
Nel pomeriggio, poi, il Santo Padre si è recato a Bagnoregio dove ha visitato la reliquia del sacro braccio appartenente a San Bonaventura, concedendosi anche qualche minuto di preghiera nella cattedrale di San Nicola.
Elisa Ignazzi
- Uno Notizie Viterbo -
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