VITERBO (UnoNotizie.it)
Santa Rosa:grande successo per la quinta edizione del “Cammino sulle vie dell’esilio di Santa Rosa” con i numerosi partecipanti che si sono dimostrati tutti molto soddisfatti. Un itinerario di rara bellezza che, nei territori di Viterbo, Soriano nel Cimino e Vitorchiano, si snoda tra boschi sorgenti e castelli medioevali. Per una lunghezza totale di circa 57 chilometri.
Il tutto organizzato dall’associazione Take Off presieduta da Silvio Cappelli, per rievocare l’esilio della santa patrona della città di Viterbo, avvenuto nel mese di dicembre 1250, nel giorno dell’antivigilia di San Nicola. Alla partenza, dalla basilica di San Francesco in Viterbo, la benedizione di padre Agostino Mallucci, dell’ordine dei frati conventuali, con presenze “eccellenti” come il presidente della provincia Alessandro Mazzoli, il presidente della Banca di Viterbo avvocato Luigi Manganiello e l’assessore provinciale Aldo Fabbrini che ha anche partecipato alla camminata. Il gruppo, formato da grandi e piccini, alle 9,10 del 29 agosto scorso, ha intrapreso la “via dell’esilio” proprio come fece la Santa tantissimi anni fa, insieme ai suoi genitori Giovanni e Caterina.
Alla prima sosta, nei pressi della Strada Romana, il punto di ristoro, con acqua, bibite, caffè, cioccolata e paste frasche. Il primo pranzo è stato consumato presso la sorgente Acquaspasa e il secondo sulle rive di un affluente del Fosso Martelluzzo. Quest’anno, all’interno del bosco dei Monti Cimini, c’è stata anche la sorpresa di un’imboscata organizzata sapientemente dal Comitato Centro Storico di Viterbo che allestisce ogni anno la rappresentazione della “Contesa” in piazza San Lorenzo la sera del 2 settembre. Un punto di ristoro è stato allestito anche all’interno del Palazzo Comunale di Vitorchiano grazie alla disponibilità del sindaco Gemini Ciancolini e della collaborazione della Proloco. Anche i privati, lungo il percorso, si sono prodigati in aiuto degli organizzatori. La famiglia Benigni, per esempio, in Strada Fontanile, ha consentito l’allestimento di un altro punto ristoro tra Soriano e Vitorchiano. Il cammino ha beneficiato anche dell’accompagnamento di Sabatino De Berardini, esperto in campo forestale, intervenuto con due magnifiche cavalle bianche, la “Cicia” e “Sascia”, per la delizia dei presenti che si sono così cimentati anche in brevi galoppate all’interno del bosco. Qui, la vegetazione spontanea, prevalentemente forestale, si rivela di notevole interesse geobotanico. Il territorio, d’origine vulcanica, presenta un manto vegetativo variegato. Sulla sommità, di particolare rilevanza è la fustaia di faggio, alla quale seguono scendendo di quota, un'ampia cintura di castagneto ceduo, con alcuni esemplari ultracentenari, e quindi, nella fascia basale, il querceto. Molto particolari, in questo contesto, le forre che caratterizzano il tipico paesaggio etrusco. I torrenti, infatti, scavano profonde gole prodotte proprio per effetto del lento e inesorabile fenomeno dell'erosione. E sui sentieri, ogni tanto, i segni dei passaggi della volpe, del cinghiale, della lepre, del gatto selvatico, dell'istrice e del riccio. Tra gli uccelli stanziali più comuni del nostro territorio, invece, sono presenti lo sparviero, che attualmente sta nidificando sulla faggeta, la poiana, il gheppio, il gufo comune, la civetta, il barbagianni, il fagiano e il picchio verde, ai quali si aggiungono uccelli migratori come la rondine. Molto interessanti, durante le soste, le storie narrate dallo scrittore Antonello Ricci.
L’ascesa del Monte Cimino è continuata fino ad un’altezza di oltre 730 metri sul livello del mare, nei pressi di Roccaltia, sotto la Faggeta, dopodichè è iniziata la “calata” verso Soriano nel Cimino, Vitorchiano e Viterbo. Tra le moltissime cose interessanti incontrate lungo il percorso citiamo la chiesetta della Trinità, edificata già in periodo medioevale e ristrutturata per volontà della famiglia Chigi, il sito archeologico di Corviano, le chiese di San Michele Arcangelo, Santa Maria degli Arrotini e un’antica diga nei pressi della Via Gramignana. “L’iniziativa della “camminata” da Viterbo a Soriano e a Vitorchiano che intende ricordare “l’esilio” di Santa Rosa – sottolinea il vescovo - viene riproposta con la consueta nobiltà di intenti. Desidero esprimere la vicinanza spirituale della comunità ecclesiale viterbese, che ha nel cuore l’esperienza di vita di santa Rosa e ne vuole trarre insegnamento per l’oggi e indicazioni per testimoniare la fede e la solidarietà. Il variare dei tempi si accompagna con la perennità di alti ideali e con energie sempre nuove per costruire un mondo giusto e fraterno”. E anche quello di quest’anno è rivelato un “cammino” fatto all’insegna della pace, della solidarietà e dell’amicizia. Pranzo finale presso il ristorante “Il Molino” di Viterbo.
- Uno Notizie Viterbo -
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