CIVITA CASTELLANA - VITERBO (UnoNotizie.it)
La nocciola è il 181° dei prodotti italiani ascritti tra i prodotti a Denominazione di Origine Protetta e di Indicazione Geografica Protetta, i marchi che tutelano la garanzia di genuinità dei prodotti. Il senatore del PD Roberto Di Giovan Paolo si è espresso con soddisfazione sottolineando come, dopo un duro lavoro mosso di concerto con i colleghi della Commissione Agricoltura al Senato, si sia giunti a questo importante traguardo.
“Un buon lavoro, frutto dell’impegno che partì quando De Castro era Ministro delle politiche Agricole nella precedente legislatura, e un impegno portato avanti senza divisioni anche con la senatrice Allegrini e con il Ministro Zaia. – ha sottolineato il senatore Di Giovan Paolo - Ora chi acquisterà la Nocciola Romana saprà che quello è il top del top che si possa trovare sul mercato. Ma la nostra responsabilità in Europa non è finita: ora bisogna contenere i parametri delle aflatossine che ne ridurrebbero la qualità.”
La questione della tolleranza alle muffe che colpiscono le nocciole, sulla quale più volte il senatore Di Giovan Paolo ha proposto interrogazioni e interpellanze parlamentari, è piuttosto spinosa: l’innalzamento dei parametri delle aflatossine provocherebbe un drastico abbassamento della qualità delle nocciole italiane ed europee, in favore di quelle estere. “Non è una logica protezionistica quella di contenere i parametri - spiega Di Giovan Paolo - né un discorso localistico, ma è un discorso di tutela anche di tutta la produzione europea e inoltre, quando si parla di agricoltura, si parla necessariamente anche di tutela della salute dei consumatori.”
Bene dunque il risultato della nocciola romana DOP e IGP, indicazioni che si pensa di unire, ma sarà la commercializzazione ad avere un ruolo chiave nel processo di export “Una buona azione di commercializzazione è importante –sottolinea ancora il senatore- e in questo le istituzioni saranno fondamentali, bisognerà proporre fiere e promuovere il prodotto.” Altro importante punto toccato dal senatore è la lotta al cinipide, la malattia che colpisce i castagneti, anche questi, come le nocciole, tipici frutti dei territori della Tuscia.
“L’investimento per tutelare i castagneti non è grande-spiega- si parla di circa un milione e mezzo di euro in tutta Italia, tra i 150mila e i 200 mila euro da destinare al viterbese, ma è importante che si trovino presto i fondi: quest’anno si prevede che un 10% della produzione sarà attaccata da questo insetto, ma già il prossimo anno si parla di un 40%. Va da se che quanto prima possibile si deve correre ai ripari e farlo possibilmente con rimedi naturali come l’impiego della mosca Torymus, già usata in Giappone dove ha ridotto dal 60% al 3% la malattia del castagno. –E i fondi dove si possono reperire? Si parla di autotassazione - Non sono d’accordo con l’autotassazione, credo che debba intervenire lo stato. A settembre comunque partiranno le audizioni dei produttori in Commissione Agricoltura.”
Annarita Mariani
- Uno Notizie Viterbo -
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