Roma, ultime news - UnoNotizie.it - A sessant’anni dalla morte del matematico Alan Turing, finalmente la prima macchina che riesce ad “ingannare” delle persone in carne ed ossa, non facendo capire loro se stanno parlando con un individuo o con un computer. Questo test è stato creato ad hoc per dimostrare che, se una macchina non riesce a “mascherare la propria identità”, allora non può considerarsi intelligente.
Eugene Goostman è un chatbot che si presenta come un adolescente ucraino di tredici anni, realizzato da Vladimir Veselov a San Pietroburgo. È riuscito a superare la soglia minima del 30%, portando il 33% dei tester a non capire se si trattasse o meno di una macchina.
Molti dubbi, però, sono stati sollevati in merito a questo esperimento, non tanto sul superamento o meno del test, bensì sul concetto di macchina “intelligente” elaborato da Turing. Questo test, infatti, dimostrerebbe che Eugene Goostman è in grado di emulare perfettamente un tredicenne – con tutte le sue insicurezze e lacune in molti ambiti della conoscenza – ma non che sia in grado di pensare.
Tuttavia, assistiamo ad un notevole passo in avanti negli studi sull’intelligenza artificiale. Per questo dobbiamo comunque riconoscere il primato di Vladimir Veselov per aver progettato la prima macchina in grado di superare, senza alcun dubbio, il test di Turing.
Sara Appolloni