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- Vittoria schiacciante per il socialista Rafael Correa - 49 anni,
uno dei leader 'bolivariani' dell'America Latina - che è stato rieletto come presidente dell'Ecuador. «Questa è una rivoluzione che non ferma
nessuno», ha commentato subito dopo aver appreso gli exit poll. Ottenendo il 61% delle preferenze alle elezioni
presidenziali del paese andino, il premier è stato confermato come da previsioni.
Correa si era detto sicuro della vittoria e senza attendere l'ufficialità visibilmente emozionato, ha festeggiato
nella sede della presidenza a Quito insieme alla moglie e ai tre figli,
alla presenza di diversi funzionari del suo governo e giornalisti. Il
suo sfidante, l'ex banchiere Guillermo Lasso, non ha superato quota
21%, sempre secondo gli exit poll. «Stiamo costruendo la nostra
'Patria Grande' latinoamericana. Grazie per la vostra fiducia, siamo
qui per servirvi», ha commentato affacciandosi al balcone del palazzo
presidenziale nel centro storico di Quito, salutando così centinaia di
simpatizzanti.
Economista che ha condotto studi negli Usa e in Belgio è uno dei grandi sodali latinoamericani del presidente venezuelano Hugo
Chavez, Correa appare destinato a diventare il presidente con il mandato
ininterrotto più lungo alla guida del Paese, dove oggi sono stati
chiamati a votare 11,6 milioni di cittadini.
Lasso, principale candidato
dei sette sfidanti anti-Correa, ha puntato la sua campagna elettorale
«sull'autoritarismo», gli «scandali per corruzione» e «il controllo
sull'economia e i media» da parte del capo dello Stato. Tutte accuse
condivise dagli altri oppositori e da tanti osservatori internazionali.
Il dato di fatto è però che Correa ha
vinto a mani basse. Il presidente leader del partito 'Alianza Pais' e
della 'rivoluzione cittadina', è al potere dal 2007 ed è stato rieletto
nel 2009: rimarrà al vertice dello Stato per altri quattro anni, per un
totale di dieci anni, in un Paese peraltro con una grande instabilità
politica, visto per esempio che tra il 1997 e il 2007 i presidenti sono
stati ben sette. Correa ha quindi incassato alcuni risultati degli
ultimi anni, quali un miglioramento della sanità, dell'istruzione e
delle vie di comunicazione. La sua popolarità è innegabile, agevolata
tra l'altro dai milioni di dollari che piovono su Quito grazie agli alti
prezzi del petrolio e delle materie prime agricole.
Le promesse. Negli ultimi giorni, il neo-eletto presidente ha
fatto sapere di essere pronto ad affrontare le tante sfide ancora
aperte, gli investimenti nella nascente industria mineraria, la
riduzione della spesa pubblica e la lotta alla disoccupazione. Sono
infatti tanti gli ecuadoriani emigrati negli Usa e in Spagna, Italia e
altri paesi europei, alcuni dei quali ormai da tempo stanno rientrando
in patria spinti dalla crisi economica europea.