A guidare la discussione Giovanni Faperdue presidente dell’associazione “Il Bullicame”, Franco Marinelli di “Solidarietà Cittadina”, Paola Pascolini e Rossella De Paola di “Insieme per Viterbo Democratica”.
È intervenuto Giuliano Benigni coordinatore di Prc-Fds. “Questo incontro – ha esordito Rossella De Paola - è utile per ricostruire una vicenda così deleteria per la nostra città.” E, in effetti, secondo i relatori ancora oggi sono molte le ombre nella storia del termalismo della città dei Papi.
Le associazioni hanno ricordato la chiusura delle terme Inps, avvenuta oltre venti anni fa senza che la politica locale intervenisse, con la perdita di centinaia di posti di lavoro e un bacino di utenti di oltre cinquemila persone l’anno.
“Altro che aeroporto – ha tuonato Giovanni Faperdue, che ha ripercorso, con dovizia di particolari, la storia dagli etruschi ad oggi – le terme sono il volano dell’economia viterbese. Mi auguro che il nuovo sindaco che sarà eletto in primavera capisca questo problema.”
Faperdue
non ha lesinato critiche all’attuale primo cittadino e ai suoi
predecessori. “Dal 1993 – ha proseguito – la “callara” del
Bullicame è stata quasi sempre vuota e semicollassata a causa della
riperforazione del pozzetto, con un emungimento che oscilla tra i 37
e i 43 litri al secondo.” Faperdue ha calcolato anche la quantità
complessiva d’acqua che secondo lui sarebbe stata “sottratta”
ai viterbesi.
“I numeri sono spaventosi – ha detto – si tratta di 14 miliardi e 506 milioni di litri. Un prelievo massiccio che ha privato i cittadini dei bagni terapeutici nelle vasche a ridosso della “callara”. Il livello è tornato normale nel 2010 dopo che la nostra associazione ha presentato una denuncia alla procura della repubblica. Speriamo – ha concluso – che le indagini individuino eventuali responsabilità.”
Ancora più incisivo l’intervento di Franco Marinelli, ex-dipendente delle terme Inps. “Perché le terme pubbliche nel 1992 furono chiuse – ha domandato – senza che nessuno intervenisse? Poiché da venti anni è in atto un prelievo esorbitante di acqua termale, occorre denunciare il Sindaco che non interviene a bloccare tutto questo. La magistratura deve accertare rapidamente come stanno i fatti e tutto deve tornare nella normalità.”
Ma le associazioni non si sono limitate alle critiche e hanno avanzato proposte concrete, come la creazione di un consorzio tra le varie realtà che intendono operare nel termalismo viterbese.
Molti i progetti che si possono sviluppare. Dalla riapertura delle terme ex-Inps alle terme Free Time, dall’albergo termale ex-Oasi hotel all’agriturismo termale del Bacucco, per finire al campo termale del Bagnaccio.
“Insieme alle Terme dei Papi e all’Hotel Salus Pianeta Benessere già funzionanti – ha concluso Faperdue – potranno fare di Viterbo una città termale famosa in tutto il mondo e dare lavoro a tanti nostri concittadini.”
Silvano Olmi
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