Viterbo ultime news www.UnoNotizie.it – Da un sondaggio che
Confesercentiindagine ha effettuato sui consumi Natalizi in
collaborazione con l'Osservatorio
Assoturismo della Confesercenti
di Viterbo sembra che questa crisi,
di tredicesime alleggerite e rata Imu spingeranno gli italiani a
spendere, in media, 551 euro a famiglia per cibo, divertimenti e
regali, il 3,7% in meno di quanto speso lo scorso Natale.
Penalizzati
soprattutto i regali che subiscono un taglio dell’8,6% mentre tiene
l’acquisto di cibo (+2,1%). Sale al 60% (58% nel 2011) la
percentuale dei consumatori italiani che ritengono di avere un minor
potere di acquisto rispetto all’anno precedente. Un italiano su due
crede in un Natale di speranza, mentre un 32 % oscilla tra festività
difficili e austere.
Soprattutto tra i giovani cresce la sfiducia per le sorti del paese, il 57 % pensa che la situazione economica dell’Italia peggiorerà. La lunga recessione si riflette anche sull’utilizzo della tredicesima: cala di due miliardi la quota destinata agli acquisti (ora a 17 miliardi e 787 milioni) ed in particolare ci saranno 700 milioni di euro in meno per i regali. Una parte consistente della tredicesima, 11 miliardi e 739 milioni, andrà
invece a rimpinguare i risparmi erosi dalla difficoltà economiche: gli italiani, insicuri sulla possibilità di una rapida ripresa, preferiscono accantonare quasi due miliardi in più rispetto al 2011. Circa 12 miliardi provenienti dalle tredicesime, invece, verranno usati per far fronte ai mutui e pagare i debiti (+641 milioni sul 2011), mentre quasi 13 miliardi e mezzo saranno impiegati per affrontare le necessità della casa e della famiglia (in calo di 1 miliardo e 314 milioni).
Anche
quest’anno gli italiani limiteranno un po’ le spese per i regali,
per un risparmio medio del 14%: la stessa contrazione registrata nel
2011. E se il numero medio di beneficiari rimane fisso a 6, come
ormai avviene dal 2010, a fare le spese della ‘spending review’
natalizia saranno soprattutto parenti e amici: per i loro regali il
17% dei nostri connazionali cercherà di risparmiare. Il 15% limiterà
le spese per sé, mentre solo l’8% (lo scorso anno era il 10%)
risparmierà sul dono al partner. Il 5% si troverà costretto a
stringere la cinghia anche per i regali ai bambini.
Crescono di un punto percentuale, raggiungendo il 5%, coloro che non faranno doni, e del 3% (dal 6 al 9) la quota di chi regalerà soldi.
In Italia, la maggioranza dei cittadini a Natale preferisce spendere soprattutto nel cibo (29%), questo è quanto emerge dal sondaggio SWG Confesercenti a livello nazionale con dati raccolti nel centro nord, centro e sud della penisola. Si preferisce passare le feste con gli amici e i parenti in casa rinunciando al ristorante. Cresce il consumo dei prodotti tipici agroalimentari di qualità, in particolare dolci (17%), vini e spumante (15%), olio (14%) e pesce (14%).
La crisi di conseguenza ha influito, in piena recessione, drasticamente sul fronte dell’occupazione. Tra primo semestre 2011 e primo semestre 2012 il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato di oltre 700 mila unità, circa il 35% in più. In controtendenza anche l’occupazione nella grande distribuzione ha registrato una flessione dello 0,3%”.
Per
quanto riguarda la Provincia di Viterbo, commenta il Presidente
Peparello Vincenzo e anche responsabile del turismo Confesercenti
Regionale, i dati non si discostano molto dal resto del paese con una
forte preoccupazione delle famiglie alle prese con una disponibilità
sempre minore del proprio budget familiare, aggravato dalla crisi
economica generale e da quello della disoccupazione che aumenta, ma
anche con l’impatto che la manovra finanziaria ha prodotto pensando
agli aumenti del prossimo anno rispetto a tasse, imposte e costi
sulla casa e i carburanti.
Ritornando ai consumi sempre in provincia
di Viterbo, fortunatamente ai tanti segnali negativi si registrano
alcuni dati positivi che giungono da quello che si può ormai
definire il vero valore aggiunto provinciale è previsto un aumento
delle vendite di prodotti tipici e di qualità di circa il 2%, cioè
l’effetto trainante del turismo e delle produzioni agroalimentari
artigianali di qualità. Per quanto riguarda il turismo meglio quello
enogastronomico che sta in parte compensando perdite di altri settori
in calo, tendenza in aumento anche su base annuale, con una media del
+ 9,6% di stranieri ma con un calo dell’8% di italiani rispetto
allo scorso anno con una ricaduta in termini diretti anche negli
ultimi cinque anni con un aumento compreso tra l’11% e il 15%.
Ma attenzione, dice Peparello, i dati non debbono trarci in inganno, infatti il problema non è quello degli arrivi e delle presenze ma bensì è il fatturato che sia in Italia che qui da noi è in calo. La qualità del territorio e dei nostri prodotti tipici ha visto inoltre un aumento del 30 % della programmazione turistica dei T.O. italiani ed esteri che hanno inserito la Tuscia nei propri cataloghi come destinazione turistica sia culturale, ambientale ma soprattutto enogastronomico, grazie ad iniziative come Workshop (Buy Lazio, BTSA, Visituscia) frutto di una organizzazione Pubblica e Privata (UnionCamere, CCIAA, Provincia, Associazioni di Categoria).
Per
quanto riguarda gli elettrodomestici, essi raccolgono una quota
inferiore (18%); per quanto riguarda gli acquisti tecnologici si
mantengono sostanzialmente invariati con al primo posto, tra le
preferenze, quelle relative agli smartphone e tablet (9%). Per quanto
riguarda il pranzo di natale il 38% preferisce pasta con le noci,
cannelloni e lasagne, segue un 27% che predilige anguilla, frittura
mista e suino. Anche internet
cresce: il 16% farà regali via e-commerce, mentre diminuisce la
propensione all’utilizzo di outlet, mercatini e piccoli negozi
(-13,9%). Riguardo agli addobbi, resistono quelli tradizionali. Il 41
% farà sia albero che presepe.
Tra quelli che si dedicheranno a uno
solo dei due prevale l’albero (35%) contro il 6% del presepe. Alla
domanda “Nel periodo di Natale e Capodanno, ovvero tra 22 dicembre
e 6 gennaio del 2012/2013, lei farà una vacanza?”, il 21% ha
risposto Sì, di cui il 9% a Capodanno, il 5% a Natale e il restante
8% nel periodo 22 dicembre – 6 gennaio. Questo calo è dovuto
soprattutto alla condizione economica familiare. Cresce il peso
percepito delle tasse (6%) aumenta anche la preoccupazione legata al
lavoro.
Si spenderà il 13,2% in meno della propria tredicesima per il Natale che sarà invece investita per Imu, tasse auto e canone Rai. Subiscono la crisi anche i prodotti rispettosi dell’ambiente e della solidarietà. Ad esempio i prodotti composti con materiale riciclato ( 28%), quelli biologici (28%). Più marcato il calo per i prodotti del mercato equo e solidale (27%) e per gli oggetti a basso consumo energetico (20%). Al contrario dei più anziani, tra i più giovani il 34 % di loro contro il 33% della media nazionale, continuerà a regalare prodotti alimentari a km 0 e il 35% comprerà i prodotti equi e solidali. Anche le donazioni risentono un calo: la spesa si riduce (le donazioni in denaro passano dal 46% al 35%); gli acquisti che comprendono un’azione di solidarietà dal 47% al 37%, e il tempo libero da dedicare cala dal 31% al 20%.
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