Roma, ultime news salute - UnoNotizie.it - Nel mondo colpisce due persone ogni ora e rappresenta la prima causa di decesso per malattie infettive trasmissibili. Però ora le cose potrebbero cambiare. Anche in Italia arriva il boceprevir, un farmaco inibitore della proteasi, che agisce direttamente sul virus dell’Epatite C.
Analogamente a quello dell’Epatite B, il virus dell’Epatite C può cronicizzare nel 60-70% dei casi e chi diventa portatore cronico è esposto a gravi danni come sottolinea Antonio Gasbarrini, Professore ordinario di Gastroenterologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Roma, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia, Policlinico Universitario Agostino Gemelli e Presidente Fondazione Italiana Ricerca in Epatologia (FIRE), «Solo il 15-20% dei pazienti che vengono in contatto col virus riescono a guarire dall’infezione spontaneamente, mentre la maggioranza evolve in un’infezione cronica. In questo caso l’organismo può convivere per molti anni col virus, che però in maniera subdola nel 20-30% dei casi può arrivare a causare una malattia del fegato severa, come la cirrosi e l’epatocarcinoma».
Risultato efficace contro l’HCV di genotipo 1, il più temibile, perché rappresenta il 60% delle infezioni globali ed è più refrattario ai trattamenti, il boceprevir, aggiunto alla terapia standard con interferone peghilato e ribavirina, riesce a raddoppiare e addirittura triplicare la percentuale di guarigione dei pazienti, arrivando al 67% nei soggetti che avevano ricevuto il farmaco per 44 settimane.