Milano ultime news - www.UnoNotizie.it - Non solamente libertà di cura, ma soprattutto attenzione al paziente, un
diverso approccio ai trattamenti e un impegno nella ricerca. Sembrano
essere queste le principali motivazioni che spingono le coppie italiane a
rivolgersi ai centri per la procreazione medicalmente assistita (Pma)
oltre confine.
Secondo i dati dell'Osservatorio sul Turismo Procreativo,
delle oltre 4.000 coppie che nel 2011 hanno "migrato" alla ricerca di
un figlio, 1.530 hanno scelto la Svizzera. «L'anno scorso si sono rivolte a noi più di mille
coppie provenienti dall'Italia», afferma Thierry Suter, specialista in
Medicina della riproduzione e tra i fondatori del centro per la
fertilità ProCrea di Lugano. «Nella maggior parte dei casi ci siamo
trovati davanti a situazioni che necessitavano di trattamenti e cure
praticati anche in Italia». La scelta della Svizzera non è quindi un
passaggio obbligato per bypassare la Legge 40.
«Utilizziamo un
approccio graduale, andando a valutare le specifiche condizioni di
fertilità, e non solo, della persona. Ci basiamo su analisi genetiche,
attraverso un laboratorio interno, per arrivare ad avere un quadro
clinico il più possibile completo in modo da individuare il percorso più
appropriato da proporre alla coppia». A fronte della necessità per la
donna di affrontare una inseminazione.
Per quanto riguarda i trattamenti effettuati dalle
coppie italiane l'anno scorso, più di 6 su dieci hanno fatto ricorso
alla fecondazione omologa, attraverso le più conosciute tecniche. Le
restanti coppie, circa il 38 per cento, presentavano dei problemi di
infertilità maschile gravi. «E sono problemi che non sempre è possibile
risolvere con la medicina. In questi casi consigliamo di cercare la
gravidanza attraverso una fecondazione eterologa, ovvero ricorrendo al
seme di un donatore», continua il medico.
Per queste coppie, rivolgersi a
strutture oltre i confini nazionali si è trattato di una scelta
obbligata in quanto la fecondazione eterologa non è contemplata dalla
Legge 40. In Svizzera, invece, il ricorso a un donatore è ammesso e la
materia è regolamentata da puntuali norme che stabiliscono tempi e
modalità. «Precisi esami e screening ci permettono di selezionare
accuratamente gli aspiranti donatori.
Diventare
donatori non è infatti un passaggio semplice: occorre superare una serie
di esami. E i nostri donatori sono testati da malattie genetiche ed
infettiviologiche. Inoltre devono avere una concentrazione di seme
superiore alla norma per aumentare le percentuali di gravidanza».