PAESI BASSI ultime notizie VALKENBURG – www.unonotizie.it - Come da pronostico, Philippe Gilbert ha vinto la prova in linea di Valkenburg laureandosi campione del mondo 2012: un belga vallone iridato nel vicino Limburgo olandese, dove il ciclismo è una liturgia laica, grazie a una splendida ultima azione sul "suo" Cauberg. Gilbert aveva vinto 18 gare nel 2011 (tra cui Liège-Bastogne-Liège e Amstel Gold Race bis), poi l'ingannevole eclissi di questa stagione senza successi nelle classiche di primavera e un flop ai Giochi Olimpici prima delle due tappe alla Vuelta a España (Barcellona e La Lastrilla) come monito per infiammare la vigilia di Valkenburg nel derby belga con Tom Boonen, fiammingo e sugli scudi dopo 13 vittorie stagionali e l'oro cronosquadre.
Argento alla Norvegia con Edvald Boasson-Hagen, bronzo di Alejandro Valverde per la Spagna: Oscar Gatto, tredicesimo, è il primo azzurro sul traguardo di Valkenburg, ma non è un piazzamento che rispecchia appieno la buona gara dell'Italia di ct Bettini, sempre nelle fughe con Cataldo, Nocentini, Marcato, Diego Ulissi e con Nibali primo all'imbocco del decimo Cauberg grazie alle tirate di Paolini e Moreno Moser. I nostri hanno deciso tra loro in gara scegliendo Nibali con Gatto ultimo uomo veloce: forse con il passo di Ballan o il graffio di Enrico Gasparotto, che sul Cauberg ha trionfato nell'ultima Amstel Gold Race, poteva andare diversamente, ma questo Gilbert è troppo forte per tutti.
La prova in linea Uomini Elite dei Mondiali di Valkenburg aan de Geul ha preso il via alle 10:45 con 203 i corridori in gara e gli italiani Dario Cataldo, Oscar Gatto, Marco Marcato, Moreno Moser, Vincenzo Nibali, Rinaldo Nocentini, Luca Paolini, Matteo Trentin e Diego Ulissi: 267 chilometri da Maastricht a Valkenburg (Olanda) con i primi 106 chilometri in linea e un circuito finale di dieci giri (16,1 km.) con il Bemelerberg (900 metri al km. 8,5) e soprattutto il Cauberg di 1200 metri al 5,8% con punta del 12% quando di strada al traguardo ne mancherà pochissima. Si scrive Cauberg, si dice storia del ciclismo, perché il colle del villaggio di Vilt è l'arrivo della Amstel Gold Race, una delle tre prestigiose classiche delle Ardenne, che Philippe Gilbert ha vinto due volte (2010 e 2011).
Primi 106 chilometri senza sorprese, ma con la caduta, dopo pochi chilometri di gara, del tre volte iridato mondiale Oscar Freire (Verona 1999, Lisbona 2001, Verona 2004), uno dei tetrarchi iberici: dopo poco meno di tre ore undici attaccanti - Lastras, Coppel, Buts, Smukulis, Anacona, Duggan, Howes, Mezgec, Ferrari Barcelo, Isaichev e Dario Cataldo - entrano a Valkenburg per percorrere il circuito finale di dieci giri con 6 minuti di vantaggio sul gruppo che non farà incrementare il gap grazie all'andatura di un generoso Mark Cavendish (centrato sul casco dal cartello sporgente di uno sprovveduto spettatore) per i primi tre passaggi sul traguardo. Gli inglesi non sorridono, perché nel corso del quarto giro si ritirano, oltre allo sprinter mannese, uno stremato Froome e lo sterile Bradley Wiggins.
A 100 chilometri dal termine i battistrada non cambiano, mentre contrattaccano in 9 con Matthews, Meersman, Flecha, Cummings e Rinaldo Nocentini a 2:30 e il gruppo limita il ritardo grazie all'andatura dei belgi. Al quinto passaggio sul Cauberg una grande azione sui pedali di Alberto Contador dissesta la corsa, tutti neutralizzati e nuovo gruppo di 29 attaccanti al comando: Gesink e Koen De Koort sono gli Oranje, Meersman e Kris Boeckmans i belgi mentre El Ganador della Vuelta pesca Lastras e Flecha ma l'Italia è in "superiorità numerica" con Marcato e Ulissi insieme a Cataldo e Nocentini. Per la Gran Bretagna resiste solo Tiernan-Locke, mentre la presenza di Thomas Voeckler in questa azione da lontano renderebbe questa numerosa fuga molto interessante se non mancassero 80 chilometri al termine e il gruppo, grazie alle menate dell'indefesso Rigoberto Uran sulle pendenze e degli australiani nel falsopiano, può controllare a meno di un minuto.
Prima del settimo transito sul traguardo, 50 km. dal termine, una maxi-caduta senza conseguenze coinvolge una trentina di corridori (tra cui Gatto e Moser) spezzando il gruppo che chiude la fuga a 20 chilometri dall'arrivo e poco dopo l'ultimo tentativo di allungo di Andrew Talansky, giovane USA, e l'ex-pistard britannico Ian Stannard. Ultimo giro dopo 6 ore di gara: il primo a fare l'andatura è l'inaspettata maglia a pois Vuelta di Simon Clarke, poi gli spagnoli sul decimo Bemelerberg e tutti gli azzurri per regalare a Nibali la prima posizione sull'imbocco del decisivo ultimo Cauberg, ma a duemila metri Gilbert sfila il nostro capitano con una semplicità disarmante lasciando a Boasson-Hagen e Valverde, gli unici in grado di rispondergli, le "briciole di podio" sul traguardo. Boonen, che dopo l'arrivo in volata nella prova Juniores - vinta dal promettente Matej Mohoric, diciassettenne sloveno, già argento a cronometro - confidava nello sprint per bissare il Mondiale 2005, è lo sconfitto più felice; Peter Sagan, mai così indolente in stagione, il più ridimensionato alla vigilia di un Giro di Lombardia con il solito unico grande favorito: Philippe Gilbert.