Rischia fino a 3 anni di sospensione dal campionato Leonardo Bonucci. Il giocatore viterbese in forze nella difesa della Juventus e della nazionale è stato infatti rinviato a giudizio ieri dalla Procura federale della Figc, ultime notizie Viterbo - Il provvedimento è stato preso nell’ambito dell’inchiesta relativa alla vicenda calcio scommesse, un incidente di percorso che potrebbe compromettere la carriera del calciatore di Pianoscarano, diventato in poco tempo uno dei più apprezzati, e pagati, difensori centrali d'Italia.
La stessa condanna pende sul patron del Grosseto Calcio, presidente del consiglio provinciale di Viterbo e sindaco di Grotte di Castro Piero Camilli.
Ad entrambi è stato contestato l’illecito sportivo previsto e punito dall’articolo 7 del Codice della giustizia sportiva, commi 1, 2 e 5, nonché l’aggravante prevista dal comma 6 dello stesso articolo: ''Effettiva alterazione dello svolgimento e del risultato della gara''.
Nel caso di Camilli, l’eventuale condanna si ripercuoterebbe anche sul Grosseto Calcio che potrebbe essere retrocesso dalla Serie B alla Lega Pro prima divisione, la ex C1.
I processi inizieranno per entrambi il 1° agosto prossimo. La sentenza, se i tempi fissati dal presidente della Disciplinare Sergio Artico saranno rispettati, potrebbe arrivare prima di Ferragosto.
I fatti contestati a Bonucci si riferiscono al periodo in cui militava nel Bari. In particolare è accusato di aver partecipato alla combine della partita Udinese-Bari, finita 3-3. A coinvolgerlo nel calcioscommesse è stata la confessione di Andrea Masiello resa ai pubblici ministeri di Cremona. Alcuni giocatori, tra i quali lo stesso Masiello, avrebbero scommesso una grossa cifra sul ''pareggio con over'' cioè con almeno tre goal realizzati. Risultato che si è poi concretizzato. Bonucci sarebbe stato informato dell'accordo e si sarebbe prestato affinché si concretizzasse.
A Camilli, invece, è stato contestato di aver “posto in essere atti diretti ed idonei ad alterare il regolare svolgimento della gara Ancona-Grosseto, del 30 aprile 2010, finita 1-1, al fine di assicurare al Grosseto l’accesso ai play off.
I diretti interessati rigettano ogni accusa e si dicono certi di riuscire a dimostrare la loro estraneità ai fatti. La procura federale è stata però di diverso avviso.