Galliani e il futuro di Ibrahimovic al Milan, ultime notizie calciomercato Milano - Il 9 luglio scorso, i tifosi presenti a Milanello ad accogliere il Milan per il raduno rossonero erano poco più di un migliaio, molti di meno rispetto a quando c’era da festeggiare lo scudetto e si pregustava anche la Supercoppa Italiana contro i rivali interisti.
L'entusiasmo quindi è rimasto fuori dai cancelli di Milanello soprattutto perché la giornata di ieri è stata quella della svolta progettuale tracciata da Adriano Galliani. Una sorta di "new deal" da anni cupi, un monito ben poco "keynesiano" sulle vie di uscita dalla crisi. Anche il Milan si adegua alla linea politica del contenimento dei costi e della ricerca primaria del pareggio di bilancio. Non si compra se prima non si vende, in soldoni. Ma, soprattutto, per uscire dalla crisi il Diavolo sposa la sobrietà "montiana" e abbandona la ben più "berlusconiana" politica spendacciona che ha contraddistinto buona parte degli ultimi 26 anni di gestione rossonera.
Una svolta che, molto più concretamente, avrebbe potuto spegnere gli entusiasmi dei tifosi. I quali, forse ignari delle parole pronunciate da Galliani in conferenza stampa, hanno continuato a inneggiare ai colori rossoneri durante tutto l'arco della giornata passata a Milanello. Dall'arrivo dei giocatori in mattinata alla partitella nel tardo pomeriggio. "Adriano porta un campione" è stato però il coro che meglio ha descritto l'animo del tifoso, ben poco incline ad accontentarsi dei soli arrivi di Acerbi, Constant e Traoré (gli unici presenti oggi al raduno, ma Montolivo arriverà il 24 luglio).
Allora che succederà? Come reagiranno i tifosi milanisti sfogliando i giornali del day-after? Cosa penseranno quando si tornerà a strombazzare ai quattro venti il fatto che Galliani non ha chiuso affatto il mercato, ma soltanto in uscita? Non sarà un bel risveglio, ma potrebbe essere un nuovo inizio. Quello in cui finalmente il Milan torna a giocare a carte scoperte. Una volta lo faceva quando si trattava di comprare calciatori a destra e manca, alla faccia del fatturato o del ranking Uefa. Adesso lo fa scoprendosi per la prima volta meno ricco, più sobrio. Chissà che Silvio Berlusconi non abbia evitato di presentarsi al raduno anche per questo.
Che sia la fine di un'era? Senz'altro. Ma molto probabilmente non sarà la fine di tutto. Specie se Galliani, con un ultimo colpo di coda, riuscirà nell'impresa impossibile. Quella di piazzare un ingaggio faraonico come quello di Zlatan Ibrahimovic, l'ultimo top-player (inteso come giocatore costoso) rimasto non soltanto al Milan ma al nostro calcio in generale. Mino Raiola, dicono, ha già recepito il messaggio e ha iniziato a suonare ai portoni giusti. Vedremo se qualche sceicco o qualche Roman Abramovich di turno lo starà a sentire. D'altronde, come dice Galliani, "tutto è possibile". Già, ma soltanto per alcuni.