Giorno del ricordo. Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - La manifestazione in occasione del “Giorno del Ricordo” è stata rinviata a sabato 18 febbraio, alle ore 12, in largo Martiri delle foibe (zona valle Faul) a Viterbo.
La comunicazione è stata data questa mattina durante la conferenza stampa svoltasi in Comune, alla presenza dell’assessore alla Cultura Enrico Maria Contardo, del presidente viterbese del “Comitato 10 febbraio” Maurizio Federici e del segretario dello stesso comitato Silvano Olmi, che ha curato anche la ricerca storica.
La celebrazione si svolge con il patrocinio del Comune di Viterbo e tende a ricordare in particolare i nati a Viterbo e provincia che furono vittime della tragedia che si compì alla fine della seconda guerra mondiale nel confine orientale d’Italia.
Fino al 19 febbraio, sarà inoltre visitabile nella sala Anselmi in via Saffi a Viterbo una mostra fotografica dal titolo “Esodo e Foibe”. L’organizzazione è curata da Alberto Cataldi e Luca Giampieri.
Due le testimonianze riportate questa mattina durante l’incontro con la stampa.
La prima è quella di Giovanni Carosi, nipote di Ennio, brigadiere dei carabinieri originario di Carbognano, scomparso nel maggio 1945 a Gorizia.
“Mio padre Famiano – ricorda Giuseppe Carosi – era un maresciallo dei carabinieri in pensione. Cercò in tutte le maniere, ma inutilmente, di avere notizie del fratello Ennio. A un certo punto le autorità dell’epoca gli fecero capire che non doveva più cercare. Conoscere la verità sulla fine di mio zio dava fastidio a qualcuno.”
La seconda è quella di Angelo Angelini, meglio conosciuto come Gino, di Civita Castellana, classe 1921. Nella primavera del 1945 era marinaio in servizio all’arsenale di Pola e conosceva un concittadino, il carabiniere Francesco Brocchi, detto Franco, classe 1919, che prestava servizio nella stessa città. “Al termine della guerra – ricorda Angelini - lo invitai ad andarcene e a cercare di raggiungere Civita Castellana con ogni mezzo. Ma lui volle rimanere, per dovere e anche perché era legato sentimentalmente ad una donna del posto. Infatti, quando la guerra era finita da qualche tempo, a Civita Castellana giunse una signora con una bambina per cercare Franco. Pensava che fosse riuscito a scappare e a tornare a casa. I familiari mi chiamarono e io confermai che effettivamente Franco aveva una relazione con questa donna. Madre e figlia furono accolte e rimasero a Civita Castellana per 5-6 mesi, poi non le vidi più.”
Quella bambina oggi dovrebbe essere una signora di circa 70 anni. Di lei sappiamo che si chiamava Anna, che non prese il cognome del carabiniere e che forse si trasferì con la madre a Latina. Ritrovarla a distanza di tanti anni è l’auspicio del “Comitato 10 febbraio”.
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