Chiusura stabilimento del Chinotto Neri di Capranica. Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - Ricordo bene l'azienda delle acque minerali Neri di Capranica, che conoscevo sin da bambino per via del Chinotto (se non c'è l'8 non è chinotto) che amavo tantissimo. Poi passando per andare da Calcata a Viterbo per diversi anni vedevo lo stabilimento chiuso e negletto, fallito..? non so.., che troneggiava silente lungo la strada Cassia. Il posto d'onore per le acque minerali era stato preso nel frattempo dall'Acqua di Nepi (oggi una multinazionale che esporta soprattutto nei paesi arabi) e così l'acqua di Capranica, pur frizzantina, non era quasi più ricordata.
Un bel giorno, in seguito a manovre regionali sotterranee della R.L., che stava rivedendo le concessioni minerarie, appresi che la vecchia Neri era stata acquistata da un'azienda del sud (quanto a sud non si sa.. nei vicoli del popolo si parlava di sud profondo e..), con sede però a Salerno. Per un po', a partire dal 2000, la produzione allo stabilimento di Capranica riprese con foga.. Ma adesso pare che tutto l'impianto verrà spostato nel salernitano, per misteriose ragioni di convenienza.. (un mistero irrisolto, alcuni danno la colpa anche all'inquinamento da arsenico delle acqua capranichesi che non sarebbero più adatte per farne bevande)... Insomma Chinotto Neri a-richiude, per lo meno a Capranica... E gli operai? Ci informa Doriana Goracci di Capranica che potranno andare a lavorare a Salerno, se vogliono.. oppure...Paolo D'Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2011/12/capranica-vt-chinotto-neri-una-storia.html
Chinotto Neri... una storia lunga centinaia di chilometri Immaginate che vi dicessero: il vostro posto di lavoro può rimanere tale, solo se fate a vostre spese i bagagli e vi trasferite a qualche centinaio di chilometri da casa vostra…Questo succede a 12 famiglie di Capranica, paese in provincia di Viterbo, da dove sto scrivendo perchè ci risiedo: “Capranica è il paese delle acque, apprezzate da Petrarca nel suo soggiorno del 1337, ospite di Orso Anguillara…”Ecco la notizia del 15 dicembre 2011, che si poteva apprendere al TG 3 e dalla stampa locale on line, come a me è accaduto: ‘‘Chinotto Neri: lavoriamo per salvarla”. Il sindaco di Capranica ha incontrato sindacati e lavoratori per scongiurare trasferimento in Campania dello stabilimento produttivo della storica aziendaTrattative in corso per salvare il posto di lavoro dei 12 dipendenti della Chinotto Neri, storica azienda di Capranica, che dal 31 dicembre sarà dismessa con il trasferimento della produzione della famosa bevanda dalla Tuscia a Buccino, in provincia di Salerno. La decisione è stata comunicata ieri mattina dalla proprietà ai sindacati e ai lavoratori, che immediatamente sono entrati in sciopero, e da subito l’amministrazione comunale si è attivata per tentare di risolvere la situazione molto critica.
“Ieri pomeriggio c’è stata una riunione con sindacati, lavoratori e proprietà – ha commentato il sindaco di Capranica Paolo Oroni – in cui sono state attivate le trattative per cercare di salvare il posto di lavoro dei dipendenti. Fra le varie ipotesi messe in campo c’è quella degli ammortizzatori sociali e non si esclude il possibile intervento di altre aziende sul territorio, ma è ancora presto per dirlo. Stiamo verificando tutte le opzioni, ma da parte del Comune c’è la massima volontà di assistere i lavoratori e le loro famiglie: in tempi brevi, comunque, si dovrebbe giungere ad un accordo”.
La Chinotto Neri fu fondata nel 1949 da Pietro Neri, imprenditore che decise di produrre e lanciare una bevanda che somigliasse per colore alle bibite statunitensi che giungevano nel dopoguerra in Italia ma con un sapore originale. Il successo dell’azienda fu talmente tanto che vennero lanciati sul mercato altri tre prodotti: l’Aranciosa, la Gassosa e il Limoncedro, presenti insieme al Chin8 nel contenitore televisivo Carosello. L’azienda è stata poi rilevata dalla Ibg Sud Spa, che possiede lo stabilimento produttivo in provincia di Salerno, dove era disposta a trasferire i dipendenti di Capranica, i quali però, hanno rifiutato il trasferimento dal momento che loro famiglie si trovano nella Tuscia.”
Da Doriana Goracci di Capranica