ACQUE DI CAPRAROLA E RONCIGLIONE, salute dei cittadini, ISDE: ''intervenire urgentemente anche presso la Regione Lazio''. Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - Nel recente incontro del tavolo tecnico su “attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico", svoltosi presso la Provincia di Viterbo il primo dicembre 2011, è stata ancora una volta riconfermata la grande preoccupazione per la scadente qualità delle acque di questo lago e per l’elevata concentrazione nei suoi sedimenti di arsenico,cadmio, nickel e piombo. E’ infatti documentato e in fase di peggioramento il processo di eutrofizzazione del sistema lacustre vicano ovvero è sempre più marcata la riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e sempre più frequenti e massicce sono le fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre come persistenti ed elevati sono i valori di arsenico, altro elemento tossico e cancerogeno.L’ Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo, nell’esprimere apprezzamento per i progetti illustrati durante l’incontro e che, se realizzati, potranno, negli anni a venire, determinare una migliore conoscenza delle dinamiche ambientali del lago e dell’intera caldera e avviarne il risanamento insieme al miglioramento delle tecniche agricole, deve purtroppo ancora segnalare l’inadeguatezza degli interventi a garanzia della qualità delle acque distribuite per consumo umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione.Gli acquedotti di questi due Comuni sono infatti riforniti in misura preponderante da acque captate dal lago di Vico e la Asl di Viterbo, con più note inviate ai due sindaci, e ribadite anche durante quest’ultimo incontro, ha espresso giudizio negativo sulla qualità delle acque emunte dal lago e quindi la loro non idoneità alla distribuzione come potabili. Le acque del lago di Vico già nel 2004 erano classificate come acque di classe A2 ovvero acque che, per le loro criticità e quindi prima di poter essere distribuite per il consumo umano, dovevano essere sottoposte ad uno specifico processo di trattamento: fisico e chimico normale e disinfezione.In considerazione del documentato e progressivo peggioramento queste acque potrebbero ora essere in fase di classificazione A3 o addirittura inferiore e quindi non più utilizzabili in alcun modo per uso potabile. Il D.Lgs. 152/06 impone che le acque dolci superficiali che presentano caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche qualitativamente inferiori ai valori limite imperativi della categoria A3 possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo nel caso in cui non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano. L’Isde di Viterbo ha chiesto quindi ufficialmente che il presidente della Provincia e l’assessore all’ambiente ottengano urgentemente dalla Regione Lazio informazioni e attestazioni concernenti l’attuale classificazione delle acque del lago di Vico e quindi il loro utilizzo. L’Isde di Viterbo, sempre nel corso del suddetto incontro ha ancora una volta ribadito le proprie proposte di soluzione per questa vicenda.In sintesi: drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con graduale riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole; controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago; intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno della Riserva; rapido avvio della bonifica del deposito militare Nbc di Ronciglione; uso immediato di fonti alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per i cittadini, gli esercizi pubblici e le industrie alimentari di Caprarola e Ronciglione; costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre; installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità; ricerca immediata di fonti idriche alternative a quelle lacustri (costruzione di pozzi da dotare di dearsenificatori); informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione; inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini.Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde
(International Society of Doctors for the Environment – Italia)