Gianna Nannini su Vanity Fair: "Chi l'ha detto che non posso fare un altro figlio?", ultime notizie Roma - UnoNotizie.it - "Dopo questo disco esco
di scena per un po', sparisco, mi dedico a mia figlia e inizio a
lavorare al nuovo album". Così inizia l'intervista di Gianna
Nannini a Vanity Fair, che
le dedica la copertina in edicola il 16 novembre. "È che a stare
dietro a Penelope consumo un sacco di energie. Passano le ore senza
che me ne renda conto. Mi dimentico di tutto, a volte anche di
mangiare".
Gianna si tocca il braccio destro. Spiega che a
causarle l’infiammazione del tendine è stato il tiralatte.
«Il primo mese ho allattato Penelope al seno, poi sono passata al
biberon perché per lei era più facile. Per questo ho cominciato a
usare il tiralatte che, però, mi ha provocato questo problema: un
casino quando dovevo tenerla in braccio per addormentarla".
Da
qui l’esigenza di una ninnananna a prova di bomba. Ovvero: "Ho inventato Parapaponzi Parapaponzi la ninnananna degli
stronzi, che funziona sempre", ride mentre la canta. «Ovviamente
gli stronzi sono i genitori che fanno fatica ad addormentare i
figli».
Come si aspettava che fosse Penelope? "Con
tanti capelli. E, infatti, ne ha tantissimi. E ha anche una voce
pazzesca. Mia madre mi ha detto: “Oh Gianna, ma la tu’ figliola
c’ha la voce più bella della tua”. Del resto abbiamo messo il
cordone ombelicale sotto la rosa".
Scusi? "È
una tradizione toscana: se prendi un pezzettino di cordone e lo
seppellisci nella terra vicino a una pianta di rose, alla bambina
verrà una bella voce. La mia mamma lo aveva fatto con il mio e io ho
fatto lo stesso con il suo, nel giardino della nonna".
Alcuni
puntavano il dito sulle cure ormonali che dopo una certa età sono
necessarie, ma anche pericolose per la salute. "Ma
io ho fatto solo una cura contro l’infertilità per rimanere
incinta più facilmente. Niente bombe ormonali. Parecchie mie amiche
hanno fatto le terapie di cui parla lei e, in effetti, si sono
rovinate la salute. Io, invece, non solo non sono ingrassata, ma sto
molto meglio di prima. È scientificamente provato che fare un figlio
dopo i cinquant’anni fa bene: aiuta il ricambio delle cellule. Mi è
pure migliorato il fisico. Dovrebbe vedermi nuda".
E
a proposito delle difficoltà nel conciliare l'impegno della
maternità con la carriera afferma: "Forse una
mamma che nella vita ha raggiunto quello che voleva può dare
qualcosa in più a un figlio. Non è detto che una donna di una certa
età debba essere per forza una cattiva madre. Anche essere troppo
giovani può essere un problema. Bisogna aspettare, vedere come
crescono i figli. Se è stato sbagliato oppure no, lo si può dire
solo dopo".
Capisco il suo punto di vista, ma non
crede che alcuni limiti vadano posti? "Io sono per
la libertà fin dove non si lede quella degli altri. Quando un figlio
viene al mondo, è vita che nasce. Non si può giudicare. (...)".
Nella lettera a Vanity Fair scritta
poco prima della nascita di Penelope Gianna Nannini fece cenno a
gravidanze che non erano andate a termine. "La
prima volta successe dopo aver partecipato alla marcia della pace di
Assisi contro la guerra in Kosovo (nel 1999,
ndr). Ero incinta di un mese, probabilmente lo sforzo fu
eccessivo (...) La seconda fu durante il periodo di Amiche
per l’Abruzzo (il 21 giugno 2009, ndr).
Pensavo che sarei arrivata sul palco con il mio bambino nella pancia.
E invece lo persi dopo tre mesi».
Deve essere stato
difficile "Però oggi guardo Penelope e penso che
una ragione ci fosse: doveva nascere lei".
Ha pensato alla possibilità di allargare la famiglia? "Non bisogna chiedere troppo. Ma, sì, potrei rimanere incinta di nuovo".
Veramente io pensavo a un bambino in affido. Non la prenda
male, ma un’altra gravidanza la vedo difficile. "Possibile lo è. Il problema, semmai, è il dopo. Non so se
riuscirei a prendermi cura di due bambini".
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