CASO ATTILIO MANCA, Viterbo, sulla misteriosa morte del giovane medico interviene Sonia Alfano: ''sia fatta giustizia''. Ultime notizie Viterbo - Era il 12 febbraio del 2004. All'interno della sua abitazione a Viterbo, veniva ritrovato senza vita il giovane ma già affermato medico siciliano, Attilio Manca.
Il caso venne presto liquidato come suicidio.
L’autopsia accertò che il decesso venne causato dall’assunzione di un cocktail di farmaci, eroina ed alcool. Al braccio sinistro di Attilio erano visibili due segni di punture, ma lui era un mancino puro, perciò, ragionevolmente, avrebbe dovuto iniettarsi la droga nel braccio destro.
Aveva il setto nasale rotto e c`era una pozza di sangue, pur essendo caduto sul materasso. Inoltre, a detta di parenti, colleghi e amici, era da escludersi che l’urologo assumesse sostanze stupefacenti e che avesse ragioni per suicidarsi.
Insomma, davvero troppe cose non quadrano in tutta questa storia. E i parenti della vittima hanno sempre combattuto perchè si facesse davvero chiarezza sulla morte del loro caro.
Ma malgrado tutto questo, le omissioni e l’inerzia mostrate dalla procura di Viterbo hanno destato sospetti nella famiglia Manca, nel loro legale avv. Fabio Repici e in gran parte dell’opinione pubblica.
La procura di Viterbo, titolare delle indagini, chiese per due volte l´archiviazione del caso come suicidio, ma i genitori si opposero fermamente, sostenendo che il figlio fosse stato ucciso per cause inerenti la sua professione, facendo emergere addirittura dei legami con il capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.
Storie e intrighi di mafia insomma, dietro a questa triste storia.
Poteri forti che forse influenzano fortemente anche sulla giustizia?
Recentemente anche Sonia Alfano è tornata a chiedere al magistrato di Viterbo "di offrire verità e giustizia alla società italiana".
"Non consenta - conclude la sua lettera la Alfano - che sia ancora una volta inferto un colpo così violento alla giustizia."