Ricordiamo che durante il
periodo invernale la necropoli etrusca del Calvario è aperta fino
alle ore 14,00. La biglietteria chiude un'ora prima.
Per
informazioni:
Necropoli di Tarquinia, tel.
0766.840000
Orario invernale di apertura al pubblico: 8,30
-14,00
La biglietteria chiude un'ora prima
Da non perdere
inoltre la visita al Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia. Ricco
di preziosi tesori, è ospitato presso il rinascimentale palazzo
Vitelleschi, ubicato nel centro storico di Tarquinia. Nei vasti
ambienti al pianterreno, sono esposti importanti reperti funerari tra
cui sarcofagi e sculture appartenenti a importanti famiglie etrusche.
Museo Nazionale Archeologico, piazza Cavour 1, Tarquinia -
Viterbo - tel. 0766.850080
Orario di apertura - tutti i
giorni dalle 8,30 alle 19,30. Chiuso il lunedì
La biglietteria
chiude un'ora prima
Curiosità: alcuni cenni
sulla cucina Etrusca
a cura dello chef Bruno Cantamessa,
esperto di cucina storica
Gli Etruschi furono sicuramente
abili agricoltori e dediti alla pastorizia. Poche sono le fonti che
abbiamo a disposizione per approfondire l'alimentazione degli
Etruschi. Abbiamo a disposizione delle testimonianze letterarie di
greci e latini che parlano di prodotti alimentari e agricoltura.
Sappiamo tramite il filosofo e storico Posodonio che gli Etruschi due
volte al giorno apparecchiavano sontuose mense. Un'interessantissima
fonte di notizie relativa alla cucina etrusca è sicuramente la
necropoli del Calvario di Tarquinia, con le sue tombe dipinte in cui
vengono minuziosamente riportati dettagli dei banchetti, delle scene
di caccia e di pesca. I principali alimenti erano derivati da suini,
ovini, pollame e cacciagione e sicuramente legumi e frutta. In scavi
di insediamenti Etruschi sono stati rinvenuti semi di noccioli,
ghiande, olivo, fico, orzo, prugna e addirittura resti di fave.
La
loro cucina era sicuramente basata su aglio che cresceva
spontaneamente nelle zone ombrose e cipolla ritenuti da loro,
alimenti curativi, afrodisiaci e stimolanti. La cipolla veniva usato
in modo moderato dai nobili esclusivamente cotta al contrario della
servitù che ne faceva uso smodato e cruda condita con poco sale.
Anche il porro o Allium orrum era usato nella cucina popolare delle
lucumonie dell'Etruria, conosciuto come pianta tipica mediterranea
con sapore meno forte e più delicato dell'aglio. Per insaporire
(specialmente la selvaggina) gli Etruschi usavano l'alloro che
cresceva spontaneo addirittura in "boschi" come testimonia
uno studio di un paese della provincia di Arezzo di un "lauretum"
ovvero un boscho di alloro!
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