LEGA NORD UMBERTO BOSSI: REFERENDUM E SECESSIONE / Alla Festa dei popoli padani il grido ''referendum e secessione'' Venezia, ultime notizie Italia - Sono circa 50.000 i partecipanti presenti alla cerimonia di chiusura della Festa dei popoli padani tenutasi a Venezia. Dal palco allestito sul Canal Grande Umberto Bossi tenta di risollevare un elettorato stanco e deluso dalle promesse non mantenute del governo e sempre più insofferente per la politica economica dettata dalla capitale con la manovra economica e per i contenuti delle intercettazioni relative a Silvio Berlusconi.
L'intervento del senatur in uno degli appuntamenti più attesi dal popolo leghista era atteso soprattutto per valutare la tenuta del governo, anche rispetto alla richiesta di dimissioni del premier che ogni giorno arriva puntuale dalle opposizioni, ma non c'è nessun accenno sul destino dell'esecutivo, mentre vengono bollati come "bugiardi che inventano tutto" i giornalisti che hanno evidenziato nei giorni scorsi le divergenze interne tra i fedeli ortodossi di Bossi e la fazione maroniana.
L'invito è quello a tener duro in un momento di crisi tenendo presente il progetto "Padania" che non è stato affatto accantonato: ''Bisogna trovare una via democratica, forse referendaria, perche' un popolo importante e lavoratore come il nostro, non puo' essere costretto a continuare a mantenere l'Italia'', spiega ricorrendo ai toni della 'Lega delle origini'. Quello della secessione, che la folla riunita sembra apprezzare molto, è uno degli argomenti più cari a Umberto Bossi, la carta che è stata sempre giocata per risollevare gli animi della piazza. E poi ci sono le scelte da difendere come la manovra ''imposta dall'Europa'' ma comunque valida perchè salva le pensioni e il federalismo fiscale, acclamato come un successo della compagine leghista nonostante sia stato di fatto affossato dai pesantissimi tagli agli enti locali.
Sulla stessa linea anche i colonnelli: Calderoli secondo cui ''Per 150 anni hanno provato a rendere il Nord come il Regno delle Due Sicilie, ora proviamo a fare il contrario, a 'padanizzare' il Paese. (..) Ci vuole tempo ma c'e' un modello: e' quello padano. Se non si vuole fare cosi', allora andremo per conto nostro'' e Maroni che sulle divisioni interne al partito ha osservato: ''Io contro Calderoli? Balle (...) Da dentro le istituzioni combattiamo la battaglia per il federalismo. Stiamo li. Resistiamo. Almeno finché ce lo dirà Bossi".
Ma intanto le preoccupazioni del carroccio per la tenuta del governo restano a cominciare dall'imminente votazione alla Camera sull'arresto di Marco Milanese, braccio destro di Tremonti. La Lega che si era pronunciata negativamente in commissione, si riunirà martedì per decidere se lasciare davvero libertà di coscienza come aveva anticipato. Se Montecitorio approvasse l'arresto, l'esecutivo sarebbe in seria difficoltà e si aggraverebbero le frizioni interne al partito tra 'maroniani' e 'cerchisti', frizioni che Bossi ha ben saputo nascondere, così come le difficoltà del governo.