Manovra economica, passi indietro, ultime notizie Roma - Ancora dietro front sulla manovra economica, o meglio, su quello che era stato il suo primo stravolgimento. Un incontro tenutosi ieri presso il ministero dell'Economia tra il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, quello della Semplificazione Roberto Calderoli e i tecnici della stessa struttura, cancella la pesante decisione nel settore pensionistico, presa nel vertice di Arcore di lunedì 29 Agosto. Assenti il titolare del dicastero dell'Economia, Giulio Tremonti, tornato nel Cadore e il premier Berlusconi che, con un gesto pilatesco, abbandona la scena dell'economia per volare a Parigi e risolvere la questione "Libia", sempre più urgente nello scenario internazionale.
La norma boomerang, che escludeva gli anni dedicati al servizio di leva e agli studi universitari e post-universitari dal riscatto per il calcolo dell'età pensionabile, pur mantenendone la validità per il calcolo dell'ammontare della pensione, viene cancellata dal momento che avrebbe toccato un numero maggiore di italiani rispetto a quello ipotizzato dal ministro del Lavoro. Nell'incontro di Arcore, era stato infatti Maurizio Sacconi a parlare di 3-4 mila italiani toccati dalla norma, mentre i dati chiariscono come gli interessati sarebbero stati intorno ai 600 mila. Il provvedimento salta, non solo per il disaccordo leghista manifestato da Calderoli, ma anche per il grande coro di critiche propagatesi su Facebook e per l'intervento compatto dei sindacati che hanno giudicato la decisione estremamente iniqua e assimilabile a un golpe.
Si allarga l'ammanco nei conti già emerso lunedì: gli 1,5 miliardi di euro che sarebbero dovuti arrivare dalla norma sulle pensioni tra il 2013 e il 2014, potrebbero essere recuperati con un aumento di 1 - 1,5 punti percentuali sull'IVA, decisione estrema che è stata già ipotizzata dal premier, seppur con grave disaccordo del ministro dell'Economia e dei commercianti che costituiscono una grossa fetta dell'elettorato di centro destra. Fonti interne al Pdl ipotizzano anche un inasprimento ancora più significativo contro l'evasione fiscale, per cui si potrebbe arrivare anche a misure penali per chi si macchia di gravi reati fiscali. Altre alternative che potrebbero essere ritirate in ballo sono quelle del contributo di solidarietà e di ulteriori tagli alla spesa pubblica nei ministeri. Nel frattempo, cresce il numero degli emendamenti alla manovra, arrivati a circa 1300 in commissione bilancio, e si fa sempre più consistente la possibilità del voto di fiducia.
Il pasticciaccio brutto sulle pensioni deve anche confrontarsi con le preoccupazioni del presidente del Senato, Renato Schifani, che ha invitato i capigruppo di maggioranza a presentare i propri emendamenti in tempi immediati, mentre le opposizioni parlano di un "governo nel caos", con Bersani che invoca come di consueto le dimissioni dell'esecutivo e della "ennesima brutta figura di una maggioranza ormai allo sbando, con la conseguenza che il buco passa da cinque a sette miliardi", secondo il vice presidente di Fli Italo Bocchino.