”La priorità è quella di raggiungere un'intesa sul prezzo congruo del latte ovino. E' per questo che il 1° settembre ho convocato il tavolo interassociativo”. E' quanto ha annunciato l'Assessore alle Politiche Agricole della Regione Lazio, Angela Birindelli, intervenendo al Convegno “Le difficoltà della produzione ovina in un mercato atipico” tenutosi a Farnese nell'ambito della IV^ Sagra della Pastorizia.
“Per arrivare ad un risultato concreto, ha aggiunto l'Assessore si deve chiudere la filiera all'interno della Regione Lazio, nel senso che tutto, dalla produzione alla trasformazione, alla commercializzazione, deve rimane all'interno di quanto riusciamo a fare nell'ambito del nostro territorio. Ci rendiamo conto delle difficoltà del comparto ma occorre tener presente anche che noi ci stiamo occupando del problema da poco più di un anno, Ciononostante nel solo primo semestre di quest'anno siamo riusciti ad erogare contributi che la precedente Giunta aveva erogato in tre anni. Questo a dimostrazione di un impegno continuo verso le imprese produttrici come dimostra peraltro la convocazione dell'incontro di giovedì prossimo, allorchè con le associazioni di categoria valuteremo tutte le posizioni per individuare le linee guida per l'applicazione di ogni possibile strategia”. E parlando del parallelo mercato sardo, l'Assessore Birindelli non ha avuto difficoltà a parlare di “una sorta di concorrenza sleale”.
Un riferimento alla precedente amministrazione e alla situazione “ereditata”, ha fatto riferimento anche il Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio, Francesco Battistoni, secondo cui basterebbe il provvedimento sull'accesso al credito in favore degli allevatori, basterebbe per dimostrare l'attenzione dell'attuale amministrazione nei confronti dei produttori. “Abbiamo notato anche noi come il prezzo del latte diminuisca continuamente alla stalla per diventare quasi insostenibile per il consumatore. E' evidente che qualcosa non va. Occorre a questo punto fare un'analisi più globale, capire quali possono essere i meccanismi di questa azione perversa ed intervenire con appositi strumenti legislativi. Soltanto in questo modo possiamo pervenire alla “certezza del prezzo del latte” cosa che la Regione Lazio sta cercando di fare”.
Ad aprire il convegno è stata una relazione introduttiva del prof. Bruno Ronchi, docente della facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia, il quale, dopo fornito tutta una serie di numeri sull'allevamento ovino nel Lazio, si è soffermato sui “fatti propositivi” della questione. In particolare il Docente ha parlato di interventi di carattere strutturale con riferimento alla intensificazione produttiva, al miglioramento dell'industria agro-pastorale, alla riduzione dei costi d'investimento, ritenuto pericoloso perchè potrebbe abbassare i livelli di produzione.
Per le associazioni di categorie erano presenti Aldo Mattia (Direttore Regionale Coldiretti Lazio), Luigi Pasqualetti (Presidente Confagricoltura Viterbo) e Petronio Coretti (Presidente CIA Viterbo). Particolarmente appassionato è stato l'intervento del rappresentante della Coldiretti, Aldo Mattia, secondo cui il vero problema è la presenza del mercato sardo che finisce per influenzare anche quello laziale. “Il vero prezzo non è quello che riescono a spuntare i nostri allevatori ma quello che viene spuntato in Sardegna. Ed allora l'unico problema, ha detto ancora Mattia, non rimane che quello di tutelare i nostri tre prodotti di eccellenza: il “Pecorino Romano”, la “Ricotta Romana” e l'”Abbacchio Romano” nei confronti dei quali non ci può essere prezzo che tenga perchè unici e non massificabili. Sostanzialmente d'accordo è parso anche Luigi Pasqualetti secondo il quale occorrerebbe attuare per il Pecorino Romano la stessa strategia d'immagine che viene attuata per altri formaggi d'eccellenza italiani (Parmigiano, Fontina, Gorgonzola, ecc.) che da soli riescono a connotare la regione di provenienza. E per questo ha auspicato una collaborazione sempre più marcata con la Camera di Commercio e le altre associazioni per un lavoro da svolgere in equipe. Per Coretti, infine, la crisi del settore ovino deve essere inquadrato in una più generale “crisi del reddito” e, per questo, se si vuole risolvere la questione del prezzo del latte, occorre intervenire su tutti gli altri elementi.