Contrariamente ad altri, pochi grandi attori del cinema capaci di dare emozioni, di creare suggestioni, di affermarsi nell’immaginario collettivo, prima ancora di ottenere il massimo alloro, l’Oscar, Paul si era materializzato come atleta di vaglia, iniziando il suo percorso di vita nel football americano, ottenendo risultati talmente importanti, da vedersi concedere la borsa di studio dal Kenyon College, nello Stato dell’Ohio. Soltanto per punizione, dopo una rissa in campo, Newman, americano di sangue tedesco-ungherese, allontanato dalla squadra, fu “regalato” alla celluloide, interpretando sessanta film, che hanno marcato in modo indelebile la storia del cinema, ma anche educato intere generazioni, avvicinando in modo straordinario, unico ed avvincente milioni di persone anche al mondo dello sport e della competizione, rendendone affascinanti le espressioni più dure e sofisticate. Alla strepitosa bravura, Paul univa il fatto di essere gentile d’aspetto, ma soprattutto d’animo, dedicando buona parte della sua attività e delle sue risorse personali a iniziative filantropiche di grande significato.Una esistenza dedicata alla recitazione, alla famiglia, agli amici, all’agonismo con una particolare passione per l’automobilismo di formula Indy e le Ferrari, dominato da una ostinata e costante idea interpretativa della sua vita come una missione, quella di contribuire a “rendere il mondo un posto migliore”.
Anche per questo e in tempi non sospetti un altro personaggio straordinario, legato in modo viscerale alla cultura del football americano e del baseball, ma anche maestro di giornalismo, di televisione e di cinema, Bruno Beneck, fondatore della Federazione Internazionale del Cinema e della tv correlati allo sport, aveva stretto un felice rapporto di stima ed amicizia proprio con Newman, per lui testimonial supremo di un connubio possibile e felice tra lo sport e il cinema, tanto che ne fece il “focus” del Festival dei Festival del Cinema Sportivo, di cui ci rese partecipi nel 1995 a Gaeta, dove i film con Newman protagonista erano al centro della panoramica dei cento migliori film selezionati, a cominciare dai cortometraggi di Edison del 1895. Beneck impazziva per le interpretazioni di Paul nelle diverse vesti di giocatore di biliardo (Lo Spaccone) e di poker (La Stangata), di pilota (Indianapolis la pista infernale, ovvero Winning) e in particolare di boxeur, nella veste del Campione del Mondo dei Medi, Rocky Graziano, nel capolavoro dal titolo premonitore “Lassù qualcuno mi ama”.
Adesso che ha raggiunto il suo amico ed estimatore Bruno, possiamo affermare con certezza che Paul è entrato a pieno titolo anche tra gli iperborei dello sport, quale campione assoluto di fair play nella professione, nello sport, nella vita.
Per questo sentiamo di doverci unire al coro universale degli elogi, ma non dei rimpianti, come accade da sempre per coloro che raggiungono la mitica Borea. Paul continua a farci sognare e sperare. Quaggiù più di qualcuno continuerà ad amarlo.
( Ruggero Alcanterini – Presidente CNIFP)
COMITATO NAZIONALE ITALIANO FAIR PLAY
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