UNDICESIMO RAPPORTO SULL'ECONOMIA DELLA TUSCIA VITERBESE. Ferindo Palombella: ''la ripresa si avvicina''. Ultime notizie - Presentato l’11° Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese dalla Camera di Commercio di Viterbo.
Intervento del Presidente Ferindo Palombella
L’IMPORTANZA
DEL POLOS PER IL TERRITORIO
Undici anni del Polos rappresentano un patrimonio unico e autorevole di informazioni economiche a disposizione di istituzioni, associazioni di categoria e sindacali, imprenditori e professionisti, docenti universitari e studenti, per analizzare storicamente l’evoluzione del sistema economico locale.
Spero che ciò possa rappresentare la migliore premessa per dar vita quanto prima all’Osservatorio Economico Provinciale di sistema, a supporto di studi, analisi e scelte strategiche non solo della Camera di Commercio, ma anche dei vari componenti e associazioni di categoria.
IL RAPPORTO 2010
Ma veniamo all’11° Rapporto sull’Economia della Tuscia Viterbese che questa volta ci consegna un’immagine dell’economia diversa dal passato: con delle conferme e qualche apprensione rispetto a un sistema imprenditoriale in movimento.
Ho ascoltato con attenzione la presentazione del dottor Monzillo e gli autorevoli interventi che si sono succeduti e non posso non ripensare a quanto affermai in questa sala un anno fa: “Dopo la crisi nulla sarà più come prima”.
GLI EFFETTI DELLA CRISI
Lo avevamo suggerito ed è accaduto.
In questo anno molti imprenditori hanno scelto di affrontare la crisi “a viso aperto” attraverso:
rilevanti investimenti sull’innovazione e sulla qualità;
la revisione del sistema organizzativo;
la ricerca di nuovi mercati in Italia e all’estero;
l’intrapresa in nuovi settori come quello energetico, seppur oggi permanga qualche incertezza sul futuro.
Al tempo stesso si è registrata spesso una contrazione dei fatturati o una riduzione degli ordini, fino al ricorso estremo agli ammortizzatori sociali.
Probabilmente in questo caso la prevalenza di micro e piccole imprese nel nostro sistema imprenditoriale, più flessibile agli sbandamenti dei mercati, ha contenuto quegli effetti devastanti avvenuti in altre province, dove si sono registrati migliaia di licenziamenti e la chiusura di numerose aziende. Anche se dobbiamo dirlo è un sistema che comunque rischia di non cogliere compiutamente le opportunità della crescita e per questo ne auspichiamo un consolidamento.
VALORI VERI, VALORI GENUINI
Inoltre va dato atto alla determinazione, alla professionalità e anche all’umanità – passatemi il termine – degli imprenditori, delle Associazioni di categoria, dei Confidi, dei sindacalisti e degli stessi lavoratori che laddove è stato possibile hanno evitato il peggio, ricorrendo al proprio patrimonio personale, oppure riducendosi per qualche mese lo stipendio o trovando soluzioni alternative.
Sottolineo questi gesti perché, anche se raramente se ne parla, in un territorio come il nostro la dimensione umana e solidaristica ha ancora un valore e nessuno si scandalizza se imprenditori e sindacalisti si uniscono per difendere un interesse comune.
E quindi le imprese e i lavoratori sono stati, anche in una situazione complicata come questa, portatori di valori.
LE CRITICITÀ DIFFUSE:
UNA ZAVORRA ALLA CRESCITA
Ma se è vero che nell’ultimo anno il sistema locale non ha subito gravi conseguenze, allo stesso modo non possiamo contare oggi e domani su accelerazioni significative.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, le criticità diffuse del nostro sistema economico:
la scarsa dotazione infrastrutturale (e mi fermo qui!);
la bassa propensione all’export;
la limitata presenza di società di capitali di persone;
le difficoltà di accesso al credito.
Solo per citarne alcune.
E malgrado la presenza nel 2010 di alcuni indicatori con il segno più confermino un trend di crescita, in termini assoluti quei dati risentono del forte ritardo di partenza posizionandoci dal punto di vista economico tra le ultime province del Nord e del Centro e tra le prime del Sud.
Sono convinto, quindi, che se non interverranno cambiamenti strutturali significativi la nostra economia continuerà ad avere un andamento lento, sostanzialmente in linea con la crescita del Paese, ma proprio per questo in costante ritardo.
UNA CRESCENTE CONSAPEVOLEZZA
Tuttavia, elemento di novità che mi sento di rilevare è la crescente consapevolezza tra gli imprenditori di alcuni aspetti:
l’acquisizione di una più chiara identità territoriale ed economica della Tuscia Viterbese (il progetto del Marchio collettivo);
i risultati raggiunti con elevati standard qualitativi del settore manifatturiero (l’arredo bagno per il Distretto di Civita Castellana e le prestazioni qualificate degli artigiani).
il livello competitivo perseguibile nel comparto agroalimentare (eccellenze produttive soprattutto nelle filiere corte);
le opportunità derivanti dal turismo, soprattutto se “integrato” (progetto Welcome in Tuscia).
Insomma, quello che più di un’occasione abbiamo definito “modello di sviluppo sostenibile” sta progressivamente diventando un’esperienza condivisa e praticata nel fare impresa.
È proprio per questo che non dobbiamo aver paura nell’indicare una seppur flebile luce alla fine del tunnel.
Abbiamo il compito non facile di confortare le nostre imprese e di lanciare messaggi positivi a chi è pronto a investire nella Tuscia. Sia esso un neoimprenditore, un’azienda che vuole consolidarsi o un gruppo industriale.
QUATTRO PUNTI CARDINALI PER LO SVILUPPO
E allora manteniamo salda la barra verso l’approdo tenendo presente l’importanza di quelli che ormai consideriamo i quattro punti cardinali: internazionalizzazione, innovazione e qualità, credito, aggregazione.
Internazionalizzazione
Il Consorzio sull’Export su cui stiamo lavorando in termini progettuali e il collegamento più stretto con gli uffici comunitari di Bruxelles a partire dal secondo semestre del 2011, accanto a iniziative nei prossimi mesi di incoming con i paesi emergenti del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), i servizi di consulenza e la vetrina delle imprese di SprinTuscia, il tutoraggio del CeFAS possono veramente fare da sponda alle imprese che vogliono puntare sull’export.
Insomma, siamo pronti a far sbocciare la nostra primavera nel campo dell’internazionalizzazione.
Innovazione e qualità
Mentre su innovazione e qualità, fermo restando l’impegno dell’Ente camerale in quanto organismo certificatore, a tutelare le DOP e le IGP, ampliate dallo scorso anno con l’ingresso dei vini, non sfugge la priorità di creare i Consorzi di tutela per far decollare veramente le nostre eccellenze agroalimentari. È un gap che dobbiamo recuperare in fretta.
Così come l’approvazione da parte del Ministero per le Politiche Agricole del Progetto per la promozione delle nocciole porterà entro quest’anno nuova linfa per valorizzare un prodotto per il quale possiamo vantare come provincia un primato nazionale.
Al tempo stesso nel mese di ottobre organizzeremo in collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia la Settimana dell’Innovazione, rivolta a studenti e imprenditori per valorizzare la cultura dell’innovazione e promuovere il trasferimento tecnologico.
Credito
Sul credito abbiamo fatto molto, ma ancora non è abbastanza. I consistenti fondi concessi negli ultimi anni ai Confidi hanno attivato intorno alle imprese una “ciambella di salvataggio”, sempre pronta a intervenire fornendo elevate garanzie.
L’attivazione di un laboratorio sul credito lo scorso anno ha visto per la prima volta i funzionari e dirigenti dei Consorzi Fidi e degli istituti bancari condividere un percorso formativo.
Su questa strada dobbiamo insistere, soprattutto in vista di Basilea 3 e della trasformazione organizzativa del sistema bancario, per cui è indispensabile tenere vivo il dialogo tra le parti, creando un coordinamento tra i Consorzi Fidi, e tra i Consorzi Fidi e il sistema del credito.
Gli imprenditori, infatti, hanno bisogno che l’accesso al credito non divenga un’ulteriore corsa a ostacoli. Inoltre si può lavorare sulle convenzione affinché il ricorso ai Confidi non sia solo uno strumento da attivare in fase di difficoltà ma anche come leva per l’investimento e la crescita.
Aggregazione
Infine, ma non certo per importanza, ritengo che l’aggregazione sia la vera arma in più per le imprese e per le istituzioni di questo territorio. Le reti d’impresa, sostenute anche da una legge recentissima, sono sempre più lo spazio di incontro, conoscenza, confronto e scambio.
Lo stiamo vedendo con alcune esperienze come il Distretto Industriale di Civita Castellana, i progetti Welcome in Tuscia o il Marchio Tuscia Viterbese.
In tutti questi casi osserviamo che da una parte c’è l’esigenza di un elemento catalizzatore, dall’altra di contaminarsi e sostenersi vicendevolmente per sviluppare nuove opportunità.
Per non parlare delle reti territoriali che mettono in campo anche gli Enti locali e le diverse istituzioni così come avviene per le Feste della Tuscia (vino, olio e castagna) o per progetti come I PIF e i Gal, per i quali non dovremmo lasciare nulla di intentato affinché tutti i finanziamenti previsti siano utilizzati nei territori interessati.
Ma penso anche all’housing sociale e al recupero dei centri storici per i quali vanno creati con i Comuni quelle sinergie per sbloccare risorse e ostacoli.
Così come la rete degli Sportelli Unici per le Attività Produttive, che se collegati tra loro dal Progetto Sportello Unico Tuscia possono alleggerire ulteriormente gli imprenditori dal peso della burocrazia.
Dobbiamo, allora, continuare a insistere nel “fare rete” e auspichiamo che la Camera di Commercio sia sempre più la Rete delle Reti.
INDAGINE SULL’IMPRENDITORIA FEMMINILE
In tal senso credo che anche l’indagine sull’imprenditoria femminile ci offra un interessante spaccato che consegniamo all’attuale, ma anche al prossimo, Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile, affinché ne tragga e ci dia preziose indicazioni.
FOCUS “IMPRESA E LAVORO”
Credo che questi temi non possano dirsi esauriti quest’oggi, ma debbano essere assimilati e riconsiderati, confrontati e ponderati, magari all’interno del prossimo incontro del Focus Impresa e Lavoro, l’iniziativa che ha preso vita lo scorso anno e in cui si ritrovano la Camera di Commercio, le Associazioni di categoria e le Organizzazioni sindacali.
Siamo disponibili a incontrarci e a confrontarci con tutte le Associazioni e i loro gruppi dirigenti che lo volessero.
Apriamo, quindi, da oggi un proficuo dibattito al nostro interno.
Attiviamoci con maggior fiducia per la ripresa di questo territorio.
CONCLUSIONE
La sensazione che ho personalmente ricavato questa volta da questa indagine è che la tempesta si stia calmando, lentamente ma si stia calmando.
Vediamo e studiamo insieme cosa è successo e cosa è rimasto sotto le acque agitate dalle alte onde.