TUSCIA, IL FLAGELLO CINIPIDE SUI CASTAGNETI DEI CIMINI: indicazioni per la lotta biologica e responsabilità della politica.
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Dal  convegno di Vallerano partono le indicazioni per iniziare un percorso di seria  lotta al “cinipide” che sta flagellando i “castagni dei monti Cimini e dei comprensori dell’intero Lazio. “La Scienza Italiana al Servizio dei Nostri Castagneti” è stato il tema trattato il 21 aprile dai due illustri professori universitari Alberto Alma ed Elvio Bellini dell’Università di Torino il primo e di quella di Firenze l’altro che è stato docente nella Tuscia di Viterbo alla quale è rimasto molto legato.

L’incontro lo ha  fortemente voluto il presidente della “Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini”, Angelo Bini che da anni sta pressando le forze politiche con  varie iniziative.

Lo hanno spalleggiato avvedutamente il Sindaco di Vallerano Mauro Giovannini ed il presidente della “Vallecimina” Roberto Colla.

Anche il sindaco della cittadina Mauro Giovannini ha sposato questa “Causa” con fermezza ed è risaputo come Vallerano sia stata da sempre  una grossa piazza commerciale  nota non solo per la produzione di alta qualità di castagne e marroni ma anche per le sue esportazione verso il  mercato di Parigi e non solo.

Fin dalla prima mattinata i due professori con un nutrito seguito di accompagnatori hanno  fatto varie tappe nei vari castagneti da frutto e  nei  boschi cedui di Vallerano, Canepina, Caprarola, Carbognano e Soriano  per sincerarsi sullo stato di avanzamento del disastro “Cinipide” onde suggerire strategie mirate per una  lotta organica in un territorio ove si è fatto largo e sconsiderato uso di ogni sorta di  pesticidi ma senza approdare a nulla salvo a danneggiare l’habitat naturale.  

All’apertura dei lavori il prof. Alma ha trattato il tema avvalendosi di  una serie di diapositive  commentate  abilmente nei particolari e si è fatto davvero apprezzare per la sue qualità accademiche e la estrema chiarezza espositiva.

Il pubblico ha potuto veramente vedere nelle immagini filmate riferite al Giappone i contatti con quei suoi colleghi-maestri  che per primi intrapresero la lotta biologica contro il dannoso insetto utilizzando quel suo antagonista naturale che è il “Torymus”.

E’ bastato anche un altro particolare per avvalorare  appieno la serietà del personaggio che opera avvalendosi di una équipe  di una quindicina di giovani visti tra i castagneti innevati a prelevare quelle “galle” da  passare alle analisi dei  laboratori per affinare le tecniche d’intervento.

E così tutti i presenti nella sala  si sono sincerati di questo cattedratico “figlio di contadini” e del suo amore innato per l’ambiente e che viene  considerato nella  lotta al “Cinipide”  il maggiore esperto nell’intera Europa.

Ed Angelo Bini sulla serietà e capacità del prof. Alma ne  aveva già la riprova a seguito delle  visite fatte negli anni passati nei  castagneti della provincia di Cuneo, riportati alla riproduzione dopo il “flagello cinipide”, sotto la guida invidiabile dell’esperto universitario.

Da noi, viceversa, in quasi dieci anni si sono buttati al vento risorse, energie, denaro pubblico ad opera di direttive sballate che obbligavano a tagliare fronde ed abbattere alberi di castagno infestati dall’insetto per poi bruciarli.

Erano le direttive di improvvisati esperti annidati tra gli enti territoriali e nelle organizzazioni dell’agricoltura che propinavano siffatti  rimedi anche attraverso le tv locali!

Qualche personaggio fautore di tali improvvidi rimedi forse sarà stato tra gli astanti e speriamo che abbia compenetrato la portata scientifica emersa anche dal contributo altrettanto efficace del prof. Elvio Bellini che si è dilungato su “Il Castagno Pianta Multifunzionale”.

Immagini a ripetizione mostravano l’utilizzazione della “castagna” per ottenere marmellate, sciroppi, birra, focacce, dolci, fettuccine, bevande liquorose.

E così dal “ pregiato legno”, rustico o trattato, il nobile  castagno è sempre materia prima per ricavarne mobili, arredi, botti, tavoli, sedie, panche, porte, finestre, sculture ed infiniti altri oggetti.

Terminava la sua esposizione, il prof. Bellini, mostrandoci un filmato su alcune realtà della Cina ove  si intravedevano pianure sconfinate coltivate a castagneti con tecniche d’avanguardia ed apparivano alberi d’una vegetazione lussureggiante ed invidiabili al solo vederli; nel mentre diceva a chiare note, rivolgendosi ai castanicoltori, forse per risollevarli dalla scoraggiante situazione locale: “Dalla Cina è in agguato un altro pericolo in un futuro non lontano per via di quelle castagne che non sono squisite come le nostre ma di sicuro saranno fortemente concorrenziali”.

I due accademici lungamente applauditi hanno dato alla platea  segnali precisi e risvegliato speranze in quanto la tecnologia odierna dispone di strumenti efficaci per riportare in otto o dieci anni il “Cinipide” in uno stadio non  di debellamento totale, ma di convivenza con l’antagonista “Torymus Sinensis” in una condizione di non nocività.

Il consigliere regionale Ivano Peduzzi di Rifondazione Comunista auspicava di intervenire tempestivamente da parte degli organi competenti non sprecando altro tempo per non mettere in ginocchio migliaia di operatori del settore  tormentati da una contrazione di reddito e da  febbrili attese di rimedi adeguati e di strategie vincenti.

Chiudeva l’incontro il presidente della commissione agricoltura regione Lazio Francesco Battistoni.

Il politico ha in varie  riprese ribadito di apprezzare i due professori che hanno chiarito con semplicità la funzionalità  tra il Cinipide ed il Torymus ed  il modo attraverso il quale i castagneti possono essere definitivamente salvati nell’intera regione Lazio.

Il suo impegno di certo non tarderà per far incrementare le risorse per opportuni interventi di natura scientifica ritenuti improcrastinabili.

Battistoni  ha capito appieno il dramma “Cinipide” nella sua vasta portata e si affianca a tutti quelli che hanno a cuore le sorti  della castanicoltura che è un settore trainante per l’economia della Tuscia sua terra natale.

I commenti non sono mancati tra le persone presenti e tutti hanno rimarcato come  la condizione primaria è che si operi fin da subito con  una “Programmazione” concordata tra Regione Lazio e Prof. Alberto Alma con la ferma volontà di attivare un centro di regia affidabile diretto dal Prof. Alma Medesimo.

Si è capito che un affidamento al prof. Alma è l’unica garanzia, se non altro, in ragione di quell’unico centro di riproduzione del Torymus interno al Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali – DIVAPRA emanazione dell’Università di Torino da Alma stesso egregiamente diretto.

Il cattedratico, va puntualizzato, ha richieste da tutta Italia e da tutta Europa per la lotta all’insetto devastatore, e nonostante tutti i vari impegni e pur sotto le festività pasquali si è scomodato grazie al collega prof. Bellini ed  Angelo Bini. Tra loro si è potuto constatare come vi sia un rapporto umano di stima reciproca e di amicizia e queste “Potenzialità” – commentavano i vari operatori del settore -  vanno opportunamente sorrette  visto l’andazzo dei precedenti interventi fallimentari che hanno peggiorato una situazione oggi disperata.  

Durante la seduta sono intervenuti rappresentanze dei comuni di Allumiere e della Tolfa.

Erano presenti  assessori e consiglieri di comunità della Toscana e del Lazio  tra cui l’ex-assessore regionale Oreste Massolo.

Non ha parlato in pubblico Ferruccio Romano Schiavella venuto come rappresentante della Comunità  Montana dei Monti Lepini ma  durante la mattinata ha molto dialogato con i due docenti universitari come pure nella serata si è a lungo soffermato col presidente Battistoni.

Forse avrà ripetuto quello che in vari frangenti ha continuamente sostenuto di coinvolgere il ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAF).

Lassù sono state attivate scelte tempestive quanto risolutive da parte della Regione e degli altri Enti Locali.

Ma tutti abbiamo capito che per il Lazio vigono altre norme ed altre logiche anche per il “Cinipide”…!

Mentre le popolazioni locali, incolpevoli, portano sulla pelle le scottature causate da pessimi soccorritori.

E’ venuto il momento di cambiare rotta e lo vogliamo fortemente, alla Natura è legata la nostra Vita.  Difendiamole dalle teste sconsiderate.


Il Comitato “AMBIENTE  SALUTE  ACQUA”

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