VITERBO, PROBLEMA ARSENICO, acqua nella Tuscia: risultati convegno su acque a uso potabile. Ultime notizie Tuscia - Un incontro ad altissimo livello tecnico e scientifico si è tenuto ieri a Viterbo nella grande sala Mendel dell'ex rettorato della Tuscia, oggi sede della fondazione OMNIA. Durante tutta la giornata medici e scienziati si sono confrontati sul problema che affligge molti comuni del Lazio, ossia la presenza di arsenico, uranio 238 e vari metalli pesanti nelle acque ad uso potabile.
Erano presenti come enti istituzionali: L'ENEA, L'Istituto Superiore di Sanità, la facoltà di agraria dell'Università della Tuscia, L'ordine dei medici di Viterbo e di Latina e il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regione Lazio e come associazioni: Accademia Kronos, l'ADUC, il Comitato Acqua Potabile del viterbese e l'ISDE. L'organizzazione del convegno è stata curata da Accademia Kronos.
I primi interventi, curati dalla facoltà di Agraria della Tuscia, hanno messo in risalto gli aspetti geologici dell'area viterbese, evidenziando la presenza di radon, arsenico e uranio 238 nel territorio e nelle acque proprio a causa della natura vulcanica del territorio.
Gli interventi dei medici dell'ospedale Belcolle, tra i quali il prof. Bruno Mongiardo, hanno evidenziato come l'eccessiva presenza di arsenico e uranio nelle acque e negli alimenti può dar vita ad una serie di patologie che posso andare dai semplici disturbi gastroenterici a forme più gravi di neoplasie. A tal proposito il prof. Ezio Gagliardi del Centro Alimentazione e Ambiente di Roma ha presentato un'indagine portata avanti negli anni sul fenomeno del bioaccumulo di sostanze tossiche come Uranio 238 e Arsenico nella provincia di Viterbo. La città con maggiori concentrazione negli organi umani di Uranio 238 è risultata Ronciglione.
E' stato anche sottolineato che la presenza di arsenico nei terreni e nelle falde acquifere può essere incrementato anche da prodotti chimici usati in agricoltura, da qui, soprattutto per il lago di Vico, l'invito a cessare ogni uso di fertilizzanti e pesticidi chimici.
Interessantissimi gli interventi di chi conosce il problema arsenico a livello mondiale ed europeo in particolare. Da un paio di relazioni si è evinto che nazioni come l'Argentina e il Giappone da tempo hanno risolto il problema delle acque contaminate da Arsenico, attraverso metodologie anche semplici e non eccessivamente costose. Anche nelle province italiane di Cremona e di Varese il problema è stato risolto da tempo. Rimane solo nel Lazio il problema, visto, è stato sottolineato da un relatore, che non si vuol guardare agli esempi di altre regioni per risolverlo, ma a volte limitandosi ad affidarsi non a scienziati e tecnici di enti come l'ENEA, ma a ditte private che ovviamente hanno a cuore prevalentemente il loro profitto. E' stato portato ad esempio un recente impianto di dearsenificazione inaugurato nel viterbese i cui costi, circa un milione di euro, sono sembrati enormemente eccessivi a fronte di istallazioni analoghe costate solo 400.000 euro.
La nota stridente di tutta la manifestazione è stata tuttavia l'assenza dei sindaci, pur invitati dall'Ordine dei Medici di Viterbo, -"è come, ha dichiarato un relatore, se il problema non interessasse i sindaci o, peggio, è come se la salute dei cittadini fosse per alcuni di loro un fatto secondario, al pari del finanziamento di una sagra cittadina o di una squadra di calcio locale". -
In compenso, però, era presente l'assessore all'ambiente della Provincia, Paolo Equitani, che prendendo la parola ha esordito dicendo che il problema c'è, ma che non bisogna esagerare....non allarmare più di tanto i cittadini......
Gli atti del convegno si possono richiedere direttamente all'Ordine dei Medici di Viterbo.