ENERGIE RINNOVABILI NELLA TUSCIA. Confartigianato Viterbo: ''Male le modifiche approvate dal Governo''. Ultime notizie - Confartigianato imprese di Viterbo giudica peggiorative, rispetto al testo discusso in sede tecnica, le modifiche apportate al decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28 sulle fonti rinnovabili approvate in Consiglio dei Ministri.
“L’eliminazione del tetto degli 8.000 MW – dichiara il presidente di Confartigianato imprese di Viterbo, Stefano Signori - non risolve il problema. Si sostituisce semplicemente il limite della potenza incentivabile con la scadenza del Conto energia prevista il 30 maggio”. Secondo Signori “è inammissibile che si preveda la revisione del terzo Conto Energia, approvato con un decreto in vigore da appena due mesi, determinando il blocco degli incentivi a partire dal 1° giugno 2011. Gli impianti che saranno collegati in rete dopo tale data saranno incentivati da una nuova formulazione del Conto Energia che il Ministero emanerà entro il 30 aprile”. “In tal modo – continua il vice presidente regionale della categoria impianti di Confartigianato, Ugo Biribicchi – si crea una situazione di grave incertezza e confusione per le imprese che hanno investito nel settore delle rinnovabili in base alle tariffe incentivanti del terzo Conto Energia”. Secondo l’Associazione di categoria, il decreto approvato contiene un’ulteriore criticità: il Ministero dovrà determinare un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti. “Le imprese quindi – sostengono Signori e Biribicchi - non potranno effettuare investimenti di lunga durata, non conoscendo i parametri economici incentivanti”. Confartigianato imprese di Viterbo esprime perplessità anche sulle norme riguardanti la qualificazione degli operatori che operano nel settore delle rinnovabili. A giudizio di Signori e Biribicchi “il fatto che l'attuale normativa non sia stata in grado di evitare speculazioni non giustifica il blocco improvviso di un sistema che ha creato benefici economici e occupazionali per il Paese. E’ indispensabile che l’attuale sistema di incentivi resti in vigore per i 14 mesi previsti dall'attuale decreto e che la nuova riformulazione non sia penalizzante per gli investimenti in corso. Bisogna ridefinire i meccanismi incentivanti in favore dei piccoli impianti, intervenendo in modo deciso contro la speculazione che si è realizzata in questi ultimi anni in tale settore”.