TUSCIA E ARSENICO, QUALI RESPONSABILITA': quando le acque chete distruggono i ponti... - Bolsena - Spesso i problemi che non vengono affrontati o sottaciuti emergono con tutta la loro drammaticità. È tipicamente italiano del resto non riuscire mai a prevedere e prevenire, occupati come siamo a tamponare, situazioni oramai sfuggite di mano.
Quello che caratterizza un serio amministratore è il fatto che dovrebbe riuscire a prevedere, come dice anche la legge “con la diligenza del buon padre di famiglia”, i problemi che si potrebbero verificare riuscendo a dare le giuste risposte in tempi rapidi.
La situazione dell’arsenico è emblematica, si conosceva da tempo, ma tutti noi, anche se a vario titolo, io personalmente non voglio gettare croci solo sugli altri, hanno preferito lasciare le acque chete, ed il ponte è caduto.
Nonostante marginali responsabilità, i miei sensi di colpa mi obbligano ora, a denunciare quindi un’ altro ponte pericolante, il COBALB.
Un Ente in grave difficoltà e con lui tutto il sistema che gestisce.
Questo mio articolo ha come intento quello di esortare tutti gli organi preposti ad attivarsi in modo che non si verifichino problemi che dovremo poi correre a tamponare.
Un mal funzionamento del collettore infatti oltre a provocare danni ambientali immensi, provocherebbe un enorme impatto economico sulla nostra economia turistica in un periodo già di per se molto difficile.
Facciamo ammenda del problema arsenico, traiamone insegnamento ricordandoci che se dovessimo fallire di nuovo questa volta non potremo risolvere il problema con qualche fontanella qua e là, l’acqua che ci travolgerebbe non sarebbe quella delle nostre sorgenti con al più qualche microgrammo di arsenico in eccesso, ma quella estremamente maleodorante, forse quella che ci saremo meritati.
Dr. Giuseppe Catalini c/o Comune di Bolsena
Vice Sindaco
Assessore Ambiente