Lazio, posticipata chiusura della caccia. Ultime notizie - Roma - Posticipata per 4 specie la data di chiusura della stagione. Le associazioni: “Pareri ISPRA utilizzati secondo comodità, da una regione in cui in già oggi si caccia fuorilegge. Danni alla natura e alle persone. La misura si sta colmando."
“Il posticipo della chiusura della caccia alla prima decade di febbraio per 4 specie (cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e colombaccio), voluta dalla regione Lazio, è l'ennesimo e indebito regalo alla lobby del mondo venatorio e un atto che va contro la tutela della biodiversità e la serenità delle persone".
Questo il commento di Enpa, Lav, Lipu e WWF in merito al prolungamento del periodo di caccia a danno di quattro specie, annunciato dall'Assessore alle Politiche Agricole della regione Lazio, Birindelli.
“La regione Lazio è già stata di recente sconfessata dal TAR, che ha riformato il calendario venatorio regionale prevedendo la chiusura anticipata della caccia tra fine dicembre e inizio gennaio per molte specie, come chiesto dall'Istituto per la Protezione dell'Ambiente (ISPRA).
“Ebbene, non solo il Lazio sta colpevolmente ignorando la pronuncia del Tribunale amministrativo, non essendo ancora intervenuta a correggere il calendario venatorio accorciando la stagione di caccia, ma ora agisce in senso esattamente opposto, allungando la stagione venatoria fino al 10 febbraio per quattro specie di uccelli.
“Il risultato sarà anche quello di creare un forte danno e disturbo a molte specie di uccelli che in questo periodo sono già in fase di migrazione verso il nord Europa. Chi spiegherà inoltre, alle tante persone che devono già subire per cinque mesi, nei propri terreni privati, i soprusi e i pericoli legati alla caccia, che nel Lazio la stagione venatoria non si chiude il 31 gennaio ma va avanti fino al 10 febbraio?
I continui soprusi firmati dalle solite lobby venatorie in giro per l’Italia, di cui anche la regione Lazio si mostra completamente succube, stanno ormai colmando la misura di sopportazione e spingono ad una riflessione seria su come dire finalmente basta, in nome del rispetto del diritto, della natura e della sicurezza, a una pratica sempre più detestata dalla maggior parte degli italiani”.
ENPA – LAV – LIPU – WWF