SILVIO BERLUSCONI DIFENDE REFERENDUM FIAT, E' SCONTRO. SILVIO Berlusconi: ''se referendum fallisce giusto espatriare''. Opposizione insorge: ''vergogna!'' - Ultime notizie Italia, Torino - Alla vigilia del referendum sull'intesa sottoscritta da Fiat con Fim, Fismic, Ugl, Uilm, ma non con la Fiom, fanno discutere alcune affermazioni rilasciate dal premier Silvio Berlusconi che giustificherebbe l'eventuale decisione di espatriare da parte di imprese e imprenditori qualora il referendum bocciasse l'intesa raggiunta.
Nichi Vendola, a proposito del sopra citato referendum, lo definiscie "una porcata... il Governo che avrebbe dovuto svolgere il ruolo dell'arbitro tra le due squadre è invece sceso in campo a gamba tesa dalla parte di Marchionne".
Ci va giù pesante anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che dichiara: "Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l'amministratore delegato della Fiat tra chi fa più danno al nostro Paese".
Durissimo anche il pensiero di Pier Luigi Bersani, segretario del PD: "Berlusconi non se ne accorge perché è un miliardario ma noi paghiamo a lui uno stipendio che gli sembrerà misero per occuparsi dell'Italia e fare gli interessi del Paese e non per fare andare via le aziende".
Intanto, appeso alla Porta 2 di Mirafiori accanto a molti altri striscioni, manifesti e bandiere, giganteggia uno striscione firmato Collettivo Comunista Piemontese, con su scritto "Fiat = sfruttatori e assassini, rottamiamo Marchionne e i suoi scagnozzi".