Uova contaminate diossina, ultime notizie Italia
- Niente psicosi. Gli acquisti di uova tengono anche se in molti chiedono garanzie sulla provenienza nazionale con la richiesta di spiegazione del codice in etichetta obbligatorio per le uova in tutta Europa. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base del monitoraggio effettuato attraverso le proprie strutture territoriali nel primo giorno di riapertura dei negozi e supermercati per la dopo lo scoppio dell’emergenza  diossina in Germania che si è diffuso in tutta Europa. I consumi si mantengono al momento su livelli normali di meno di due uova al giorno per famiglia per un totale di quasi 13 miliardi nel corso del 2010.

A rassicurare i consumatori è stato il tempestivo avvio del piano di controlli ma soprattutto il sistema di rintracciabilità in vigore che consente di controllare l’origine al consumo. Il codice vigente a livello comunitario dal primo gennaio 2004 con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell'allevatore.

Una  garanzia che si era già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari sulla mucca pazza per la carne bovina e per l’aviaria in quella di pollo, con i consumi che si sono ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. Il ripetersi di emergenze alimentari rende dunque di vitale importanza garantire la trasparenza dell’informazione sui prodotti alimentari per un paese come l’Italia che è grande importatore di materie prime. Per questo è fondamentale l’approvazione definitiva della legge sull’etichettatura d’origine annunciata dal ministro per le Politiche Agricole Giancarlo Galan per il prossimo 12 gennaio alla Camera dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato.  

Una legge nazionale che dovrà tamponare una carenza comunitaria sull’etichettatura che oggi più che mai si dimostra clamorosamente incomprensibile.  Attualmente l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina, pollo, ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco,  passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi.

L’Italia - è un forte importatore dalla Germania che è il principale fornitore di latte e derivati del nostro paese con quasi 41 milioni di quintali all’anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di maiale (220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali vivi da macellare in Italia nei primi nove mesi del 2010) e, più marginalmente, di uova (2,7 milioni di chili tra quelle in guscio,fresche, conservate o cotte, sempre tra gennaio e settembre 2010) con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno.

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