INTERVISTA A MATTEO ORFINI: "l'Italia necessita di un modello culturale diverso da quello imposto da Berlusconi" - Roma - Prima il progetto alternativo riformista e laico al modello berlusconiano che aggredisce i saperi e la conoscenza e mette in discussione i diritti acquisiti; poi la coalizione che lo condivide e lo porta avanti; quindi la scelta del Premier che lo realizza mediante le Primarie che sono dunque la tappa conclusiva di un percorso e non sono riducibili percio’ alle sole aspirazioni individuali di Nichi Vendola.
E' questa la road map che il responsabile della Cultura e Informazione del Pd, Matteo Orfini disegna per far uscire il suo partito dall’attuale impasse. Orfini ritiene "centrale l'idea di Paese che ci si propone: e' su questo progetto alternativo - spiega - che il Pd, il maggior partito di opposizione, e' aperto e disponibile al confronto con tutti". Un Pd che, in teoria, "avrebbe diritto a tutto ma che - osserva Orfini - si apre con generosita’ al confronto con tutti: per questo chiediamo agli altri altrettanta generosita'".
Confronto sul progetto alternativo aperto a tutti, anche ai Radicali? "Quella delle scorse Regionali - rimarca Orfini - con la candidatura della 'fuoriclasse' Emma Bonino, e' stata per noi una campagna elettorale straordinaria, stupenda che ci ha ben tenuti in campo: un'esperienza, ripeto, straordinaria". Orfini ricorda quel 54,18% di voti riportato a Roma dalla Bonino, in condizioni peraltro eccezionali e per nulla paritarie rispetto alla sua avversaria, Renata Polverini, attuale Governatore del Lazio per il centro-destra.
"E' stato un grande risultato”, osserva ed aggiunge “Abbiamo bisogno di laicita', ne ha bisogno il Paese per primo. E poi non si dimentichi che i Radicali sono stati eletti (politiche 2008) nelle liste del Pd: e il comportamento tenuto di recente il 14 dicembre sulla sfiducia al Governo e' stato positivo". Assi portanti, dunque, del progetto alternativo sono laicita' e riforme. "Il Paese ha bisogno di un altro nuovo modello culturale a quello imposto da Berlusconi, che renda disponibili ed esigibili, da una parte, i saperi e la conoscenza oggi negati da Tremonti con i tagli a universita', scuola e ricerca e, dall'altra, diritti e tutele del lavoro gia' acquisiti che sono messi in discussione dall'inaccettabile piano di Marchionne alla Fiat", chiarisce Orfini.
"C'e' un clima pesante di aggressione alla cultura che per noi non e’ un optional ma e' una leva importante per lo sviluppo del Paese - spiega - ridotta da Tremonti a un oggetto futile (“Ho una limitata dimestichezza con la cultura – ha detto il Ministro di ‘Dio, Patria e Famiglia’ – e con la cultura non si mangia”): e di fronte a tale disegno aggressivo fatto di tagli, di cui Brunetta e' il teorico, Bondi non si e' opposto per cui oggi si ha un settore in grossa sofferenza".
In questo clima di per se pesante si inserisce la drammatica vertenza Fiat-Chrysler. "Si tratta di questioni e materie diverse eppure registriamo - prosegue Orfini - un attacco ai diritti e alle tutele sul lavoro gia' acquisiti: e' improponibile un modello fatto solo di produttivita' e competitivita' che riduce drasticamente il valore del lavoro, il modo di lavorare, il fattore umano e la qualita' della vita: noi pensiamo invece che e' possibile un modello che coniuga, tiene insieme ricchezza sviluppo valorizzazione del lavoro e diritti".
Si tratta cioe’ di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze dell'impresa - competitivita' e produttivita' - e quelle del mondo del lavoro – salario e diritti. "Il Pd ha al suo interno culture diverse che hanno solide radici e un approdo al riformismo che ha caratterizzato la Prima Repubblica - conclude Orfini - Con luci ed ombre in passato queste diverse culture hanno dato vita a stagioni importanti di riforme per il Paese: la nostra idea di societa' e' dentro questa cultura riformista, laica e libertaria".