UNIVERSITA' DELLA TUSCIA

UNIVERSITA' DELLA TUSCIA / gli studenti hanno occupato la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali

Cronaca VITERBO 29/11/2010

UNIVERSITA' DELLA TUSCIA. Gli studenti hanno occupato la Facoltà di Conservazione dei Beni Cultura. Ultime notizie Viterbo - Gli studenti di tutto l’Ateneo si sono dichiarati in Assemblea permanente nell’Aula magna della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, dalle ore 12 del 29 Novembre 2010, organizzata dal Coordinamento Studentesco Link Tuscia. Per dare più forza alla diffusa protesta, studenti di ogni facoltà hanno preso parte all’iniziativa e dichiarano Occupata la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Le nostre voci si uniscono al coro degli Studenti di tutto il Paese, che gridano il loro dissenso verso l’ennesimo disegno di legge finalizzato alla distruzione dell’intero sistema dell’Istruzione Pubblica italiana.

Non vogliamo:

-       il prestito d’onore;

-       i privati nell’Amministrazione degli Atenei;

-       il CNSU, ritenendolo un organo inutile;

-       i tagli previsti dalla legge 133/08;

-       la penalizzazione degli Atenei in base a criteri come il numero di laureati, prediligendo la quantità alla qualità;

-       che si abusi della parola “merito” per celare una politica clientelare;

-       una vita di precariato per chi sceglie di fare ricerca nel nostro Paese.

Bensì esigiamo:

-       la copertura totale delle borse di studio per gli idonei, tramite una lotta seria all’elusione e all’evasione fiscale e il taglio dei finanziamenti pubblici agli istituti privati;

-       la carta di cittadinanza studentesca;

-       l’allargamento dell’elettorato per la nomina del Rettore a tutti gli studenti;

-       la rappresentanza paritetica all’interno degli organi di governo delle Università.

Siamo convinti che sui banchi della Camera dei Deputati si giocherà domani una partita fondamentale per il futuro di studenti e ricercatori. Chiediamo alle istituzioni locali e agli organi d’Ateneo di farsi portavoce della nostra indignazione.