“La lotta alla mafia parte dai bambini, sono loro la nostra speranza”. A lanciare questo appello è il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, durante il convegno che si è svolto lunedì, presso il centro congressi della facoltà di Scienze della comunicazione di Roma, per la presentazione del libro Cosa Nostra – Uomini d’onore di Fabio Iadeluca (Armando Curcio editore).
“Mi ha molto impressionato la storia di due bambini che sono riusciti a convincere la mamma a collaborare con la giustizia. La sensibilizzazione deve partire dalle scuole, i giovani possono fare molto, sta a noi formarli e informarli, per spezzare la sconvolgente quotidianità del male”, ha continuato il procuratore nazionale antimafia, che ha collaborato alla stesura del saggio del maresciallo dei carabinieri Fabio Iadeluca, il quale attraverso interviste a magistrati, ha ricostruito le tappe dell’organizzazione criminale dalle origini, alla strategia della ’sommersione’, all’attuale progetto di ricostruzione.
Nel libro presentato dallo stesso Grasso, dal dottor Vincenzo Macrì, procuratore generale presso la corte d’appello di Ancona, dal dottor Antonio Patrono, sostituto procuratore nazionale antimafia, dal dottor Saverio Mannino, presidente di sezione suprema corte cassazione, dalla dottoressa Luigia Spinelli, consulente commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, dal professor Mario Patrono, docente di diritto pubblico, «Sapienza» università di Roma, e dall’autore, si parla anche di connivenze tra i poteri economici, politici e la mafia.
“Le mafie hanno il ruolo di interlocutori degli alti poteri, qualunque essi siano”. Ha denunciato Vincenzo Macrì. “L’esistenza del dialogo costante e del condizionamento reciproco della malavita organizzata e dei poteri forti impedisce la fine delle mafie. Se non si interrompe questa catena, non si riuscirà mai a debellarla”.