Viterbo, ultime notizie Tuscia - Realizzare un deposito per le scorie radioattive, un aeroporto civile ed infine un termovalorizzatore per bruciare i rifiuti: ma chi ha queste grandi idee per il nostro territorio?
Così, chi non si ammala a causa del materiale radioattivo, si ammala per la quantità di nanopolveri presenti nell’aria e per tutta la diossina immessa in atmosfera.
Le cifre per poter realizzare un termovalorizzatore sono enormi come è enorme il quantitativo di rifiuti tale da poter essere considerato produttivo e quindi giustificare la realizzazione di quest’opera.
Alla fine si fa prima a far fronte al problema mandando tutto in combustione invece di pensare ad una più attenta politica sui rifiuti, quale quella della riduzione, del riutilizzo e del riciclaggio.
Semplicemente assurdo pensare ad un termovalorizzatore in una provincia che dovrebbe chiedere rifiuti ad altre province per mandare a pieno regime tale impianto, di certo gli interessi che ci sono dietro a tutto questo, non sono da sottovalutare, peccato che non coincidano con quelli del comune cittadino; la cosa che fa ben sperare però, è che la gente sa farsi una propria opinione, un’opinione ben lontana da questi impianti ingannevoli.
I rifiuti non dovrebbero essere visti come combustibile, bensì come materia di riutilizzo, questo non succede per colpa di lobby colluse sempre di più con una politica becera e cieca. La cosa che ha dell’incredibile è quella di essere spettatori di tutto quello che ci propongono quotidianamente per il nostro bene o per un bene comune.
Permettetemi questa mia ultima riflessione: ma se non si è riuscito a rimuovere un semplice passaggio a livello all’interno di una città come Viterbo, come si può pensare alla realizzazione di un aeroporto? Se la gente ha espresso la propria opinione sul nucleare diversi anni fa mediante referendum, come si può pensare di individuare siti per depositi di scorie radioattive? Infine se non si è partiti ancora in tanti paesi del viterbese con la semplice raccolta differenziata dei rifiuti, “che in altre nazioni è stile di vita ormai metabolizzato da anni”, come si può pensare di bruciarli facendoci avvolgere dai veleni che ne conseguono?
Ho la vaga impressione che si parli di aria fritta per evitare di studiare soluzioni riguardo ai reali problemi che quotidianamente vive sulla propria pelle gran parte della popolazione viterbese e non solo.
Giovanni Francola
Consigliere provinciale IdV