CIVITAVECCHIA - ultime notizie - L’ultima nota diramata dal Comune chiarisce “una volta per tutte” che le obiezioni sollevate dall’opposizione sono pienamente fondate.
Ai sensi del vigente art. 23-bis, i Comuni hanno quattro possibilità di affidamento dei servizi pubblici:
1) la gara pubblica per l’affidamento a società private;
2) l’affidamento a società miste pubblico-privato, dove la quota privata sia almeno del 40% e a condizione che l’individuazione del socio (proprietario e gestore) avvenga tramite gara;
3) il mantenimento della gestione diretta, in situazioni eccezionali “a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali”;
4) in via transitoria, per le gestioni in house in essere al 22 agosto 2008, il mantenimento dei contratti di servizio in essere fino alla scadenza naturale, a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale delle società (come la Holding Civitavecchia Servizi) con gara ad evidenza pubblica;
in caso di mancata cessione di almeno il 40%, gli affidamenti in essere cessano alla data del 31 dicembre 2011;
Vorrei ribadire, quindi, che la cessione ai privati di una quota di HCS con il conseguente mantenimento del contratto di servizio fino alla naturale scadenza non è un obbligo di legge ma è, appunto, una delle quattro possibilità e il termine, qualora si decidesse di scegliere questa strada, è il 31 dicembre 2011, mentre non esiste, nel nostro caso, la scadenza del 31 dicembre 2010 ed è francamente incomprensibile il motivo per il quale sia stata inserita nella delibera 71 e sia continuamente citata. A meno che non si tratti semplicemente di mancata conoscenza o di un errore di lettura del testo vigente dell’art. 23-bis, nel qual caso l’invito è a leggere il testo coordinato e aggiornato pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 215/L alla Gazzetta Ufficiale del 24 novembre 2009.
Questo fino ad oggi. Dal 27 ottobre entrerà in vigore il DPR 168/2010 che fissa il percorso che i Comuni devono, per legge, seguire prima di procedere all’affidamento dei servizi pubblici locali; un percorso che prevede, tra l’altro, un’approfondita verifica tramite un’indagine di mercato, il cui esito deve essere sottoposto alla votazione del consiglio in una delibera-quadro. Solo dopo tale verifica, il Comune sceglie la modalità di affidamento dei servizi.
In pratica l’esatto contrario di quello che è successo a Civitavecchia, dove il 2 agosto, invece di andare al mare, uno solo ha deciso per tutti di dare il via, con una fretta immotivata, alla svendita del 60% della Holding ai privati.
La revoca della delibera 71 e di tutti gli atti conseguenti è un’azione doverosa e necessaria, prima di procedere con la dovuta calma e con la massima partecipazione alla scelta di quella che risulterà essere, dopo una dettagliata verifica, la soluzione migliore per la collettività.
Alessandro Manuedda