Dal primo medioevo in poi, in tutte le epoche, anche quelle più remote, noi tutti viterbesi siamo stati davvero con sincero sentimento partecipi e in qualche modo coinvolti nel culto e nella devozione per la nostra Santa Rosa.
Non v’è infatti cittadino viterbese che non conosca quanto meno una parte della breve ma intensa vicenda umana della venerata e preclara Santa, il cui percorso di vita si confonde e si intreccia con la storia del primigenio Comune di Viterbo, densa di avvenimenti che videro la comunità viterbese al centro dell’attenzione e della sua affermazione proprio come società comunale.
Per lo svolgersi della vita e delle sue vicende umane relative alla Santa la ricerca storica ha stabilito che la Stessa, oltre che a Viterbo, per ragioni del suo esilio a cui fu condannata, ebbe a dimorare in Soriano nel Cimino e Vitorchiano, località quest’ultime che si legano pertanto in modo particolare alla esemplare vita di grande spessore religioso della piccola fanciulla.
E’ quindi senz’altro di raccomandabile e notevole interesse quello di poter oggi, proprio nei giorni in cui Viterbo festeggia la Sua Santa, ripercorrere in pellegrinaggio da parte di tanti viterbesi i luoghi tutti che videro la piccola Rosa esule e pellegrina.
Ma il consenso e il successo che ormai hanno arriso alla indovinata manifestazione, che quest’anno giunge alla sua sesta edizione ufficiale, non è dovuto soltanto al conclamato affetto dei viterbesi alla propria patrona; sta di fatto che il percorso, tracciato per il pellegrinaggio (Viterbo – Soriano nel Cimino – Vitorchiano), si snoda attraverso un paesaggio per lo più boschivo, magico, di notevole impatto ambientale, dove la natura ha voluto e possiede di per sé una flora veramente di grande e invidiabile bellezza.
Attraversare “pedibus calcantibus” i luoghi per lo più boscosi, significa dunque per ogni pellegrino riscoprire una natura ancora oggi fortunatamente incontaminata e che ha il pregio di esaltare con i suoi colori di fine estate una bellezza che molti di noi non avevano fin’oggi a conoscere ed ammirare.
Ripercorrere tale suggestivo itinerario, rivederne l’incomparabile scenario, è celebrare anche la nostra Santa, ricordandone i suoi rifugi e le sedi del suo forzato esilio fuori da Viterbo.
La manifestazione tutta risulta pertanto di per sé un vero e atipico pellegrinaggio, unico nel suo genere attraverso una natura davvero incomparabile e di assoluto fascino.
A tali sensazioni per i partecipanti si aggiungono i sentimenti più felici e sinceri che – come si diceva pocanzi – legano tutti noi viterbesi alla propria Santa e alle Sue vicende di vita terrena, vita tanto breve ma di grandissimo significato sociale e religioso.
Un GRAZIE di cuore quindi, da parte di tutta la compagine della Banca di Viterbo Credito Cooperativo, che mi onoro di rappresentare, all’organizzatore Silvio Cappelli “deus ex machina”, del quale ormai da tempo conosciamo ed apprezziamo il suo interesse per la storia tutta, non soltanto religiosa, della nostra città e del nostro territorio, con l’auspicio che anche quest’anno la manifestazione abbia una partecipazione sempre più numerosa e riscuota il successo che senz’altro merita.
Avv. Luigi Manganello
Presidente della Banca di Viterbo