"La notte di San Lorenzo e le stelle cadenti
" - Giovanni Pascoli le immaginava come le lacrime di San Lorenzo,
versate a causa della malvagità del mondo, per milioni di persone sono
semplicemente le “Lacrime di San Lorenzo” o “stelle cadenti”, la scienza ci insegna che in realtà non sono altro che la pioggia meteoritica delle Perseidi.
Sono
queste, detriti piccolini (le dimensioni variano da un granello di
sabbia a un sassolino), che la cometa Swift-Tuttle (dal nome dei due
astronomi che la scoprirono nella metà dell’800) si lascia dietro di sé,
lungo la sua orbita attorno al sole. Ma è raro che qualche detrito,
trasformatosi in meteorite, riesca a raggiungere la terra.
E’
la tradizione popolare che associa il momento culminante delle Perseidi
a San Lorenzo Martire, ovvero il 10 agosto. La “pioggia” celeste si
manifesta invece dalla fine di luglio a oltre il 25 agosto, ma il picco
di visibilità massima dalla Terra avviene il 12. Quest’anno le notti
dall’12 al 13 sono le più propizie per l’osservazione, con un centinaio
di scie luminose visibili ogni ora.
Per
godere al meglio dello spettacolo notturno è bene allontanarsi dalla
città e da qualsiasi fonte di inquinamento luminoso, disporsi quanto più
comodamente possibile sotto la volta del cielo e attendere
pazientemente che le scie si manifestino, tenendo conto realisticamente
che in condizioni favorevoli e normali si potrà osservare qualche
meteora ogni minuto.
Ma
al di là della spiegazione scientifica l’evento che si concentra nella
notte di San Lorenzo rimane uno degli appuntamenti più affascinanti e
densi di significato di tutto l’anno solare. Alzare gli occhi al cielo
in attesa della stella che possa esaudire i desideri custoditi in
ciascuno di noi è sempre stato e rimane un rito di speranza e
commistione universale.