L’ospedale di Civita Castellana viene difeso con tutti i mezzi possibili dagli operatori, dalla cittadinanza, da tutti i politici e da tutte le Organizzazioni Sindacali, a Montefiascone cosa aspettiamo? Dichiara Lino Rocchi della USB Viterbo, da lunedì, insieme alle altre sigle, siamo in presidio permanente sostenuto e realizzato dai lavoratori dell’Andosilla, il 2 agosto più di 1500 persone hanno partecipato all’Assemblea comunale nei giardini dell’ospedale per rigettare le delibere della Regione Lazio, cosa aspettiamo ad unirci ad una battaglia che deve vedere tutti i cittadini della provincia di Viterbo respingere questo ulteriore attacco alla salute dei concittadini?
Nel nostro intervento all’assemblea abbiamo sottolineato come è necessario che Montefiascone, Ronciglione, Acquapendente, Tarquinia, Civita Castellana e Belcolle, lottino unite, e che non devono e non possono esserci tagli alla Sanità della nostra provincia, anzi, visto che la media nazionale dei posti letto per acuti è di circa 3,3 posti letto ogni mille abitanti e visto che nel viterbese questo dato è dell’1,6/1,8 posti letto, invece che tagli, la regione, in fatto di sanità, è nostra debitrice: ci deve almeno 1,5 posti letto ogni mille abitanti e relative risorse strumentali e di personale.
Non possiamo accettare la “politica del carciofo” che gli amministratori regionali perseguono sul territorio viterbese da più di 20 anni, la nostra Salute non è in vendita, ne può essere una merce di scambio; ogni pochi giorni una nostra Struttura Sanitaria Pubblica è sotto attacco, prima Montefiascone e Ronciglione, poi Acquapendente, ora Tarquinia e Civita, ed anche Belcolle non è e non sarà immune a tagli.
Occorre quindi creare un Comitato di Difesa Provinciale della Salute Pubblica, che comprenda tutte le associazioni sparse sul territorio, tutti gli Amministratori Locali, tutti i Consiglieri Regionali eletti nel Viterbese, tutti i lavoratori del settore, tutte le Organizzazioni Sindacali e tutti i cittadini, prosegue ROCCHI, durante l’assemblea di Civita sono state proposte anche “chiusure di tutti gli esercizi commerciali” occupazioni di strade e presidi sotto la Regione Lazio, noi crediamo che oggi nessuna forma di lotta vada esclusa, e che tutti i cittadini si devono rendere conto che solo partecipando direttamente si può evitare questo “scempio”.
Invitiamo il Comitato di difesa dell’ospedale di Montefiascone, i Sindaci del comprensorio ed i cittadini tutti, a prendere contatto con il presidio permanente dell’Andosilla per proseguire anche a Montefiascone con iniziative simili e se possibile estenderli a tutte le altre strutture della provincia.
Se si è determinati e si coinvolge la cittadinanza si può, conclude Rocchi, In provincia di Roma la USB, dopo più di una settimana di presidi, assemblee, conferenze stampa la battaglia che abbiamo messo in piedi per la riapertura della casa del parto, struttura territoriale, (anche se insiste all’interno dell’area del GB Grassi di Ostia), che consente alle donne di partorire senza alcuna medicalizzazione, (come a casa), e solo alla presenza dell’ostetrica, e nella quale abbiamo coinvolto i Cobas dell’ASL Rm/D e l’assemblea delle donne del XIII municipio si è conclusa con una vittoria: la casa del parto è riaperta e già 2 donne hanno partorito al suo interno.
Una battaglia faticosa ma molto bella che ha visto la partecipazione di strutture territoriali, ha avuto l’appoggio della stampa e tv locali ma che soprattutto è stata fortemente sostenuta sia dalle ostetriche del Grassi che dalle mamme e papà della casa del parto, la Polverini è stata costretta ad un confronto serrato, (ben 2 volte è dovuta venire nella struttura), che ha portato ad una firma nei tempi da noi richiesti e che permettevano alle donne prossime al parto di usufruire della struttura.
Noi speriamo e vogliamo che la stessa esperienza serva anche nel nostro territorio, noi non siamo cittadini di serie B, noi non vogliamo essere succubi di Roma.