In Italia è vietato coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm) e le trasgressioni sono punite con la pena dell’arresto da 6 mesi a tre anni o l’ammenda fino a 100 milioni di lire più la sanzione amministrativa da 15 a 90 milioni (D.Lgs. 24 aprile 2001 n. 212, Attuazione delle direttive 98/95/CE e 98/96/CE concernenti la commercializzazione dei prodotti sementieri, il catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole e relativi controlli).
E’ quanto ricorda la dal “Presidio della legalità” costituito davanti alla Prefettura di Pordenone per chiedere alla magistratura di intervenire immediatamente facendo rispettare la legge, ordinando la distruzione del campo nel comune di Fanna in cui sono state seminate illegalmente piante di mais geneticamente modificate (Ogm). Ciò è assolutamente indispensabile per evitare che la maturazione del mais e la conseguente disseminazione di polline possa provocare una contaminazione che avrebbe un impatto devastante sull'ambiente, sulla fauna selvatica, su altri ambiti agricoli e che non potrebbe essere limitato ai confini amministrativi dei comuni o della regione coinvolta.
La scelta di vietare la coltivazione di Ogm in Italia è coerente con la stragrande maggioranza dei cittadini che è contraria al biotech nei campi e nel piatti. Quasi tre italiani su quattro (72 per cento), in base all'ultima indagine annuale Swg, "Le opinioni di italiani e europei sull'alimentazione, ritengono, infatti, che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.
Una scelta in linea con le crescenti perplessità sugli ogm in Europa dove, dopo il divieto posto anche in Germania, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi che coltivano organismi geneticamente modificati con peraltro un drastico crollo del 12 per cento delle semine nel 2009 che ha coinvolto tutti i paesi interessati (Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia), tranne la Polonia che ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, secondo una analisi della sul rapporto annuale 2009 dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA).
Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l'ambiente, non c'è neanche convenienza economica. Secondo i dati la coltivazione ogm in Europa riguarda solo il mais, la cui la superficie coltivata nel 2009 si è drasticamente ridotta da 107.719 ettari a 94.750 ettari, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa.
La stessa Commissione Europea con una svolta storica ha preso atto della forte opposizione dei cittadini europei e ha dato finalmente la possibilità agli stati membri di decidere liberamente se coltivarli o meno, secondo quanto contenuto nella proposta presentata a Bruxelles dal commissario alla Salute John Dalli che ha fatto proprie le indicazioni del presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso per una modifica dell’assetto normativo vigente in materia di coltivazione degli organismi geneticamente modificati, rispondente al principio di sussidiarietà nella logica di consentire a ciascun Paese membro la decisione in merito alla loro coltivazione.
Fonte: Coldiretti