Adozione internazionale, un gruppo di genitori scrive al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riguardo le adozioni internazionali con la Cambogia

On.le Silvio Berlusconi,

Le trasmettiamo la presente per sottoporre alla sua attenzione e sensibilità d’animo la situazione drammatica in cui ci troviamo ed in cui versano moltissime famiglie italiane che da lunghissimo tempo hanno avviato un iter di adozione internazionale in Cambogia e che ora rischiano di vedere svanire il sogno di poter abbracciare i figli che da tempo sono stati loro abbinati. Gran parte di queste famiglie  hanno infatti già ottenuto, per il tramite degli enti autorizzati, un abbinamento con bambini cambogiani che vivono in orfanotrofio  in stato di accertato abbandono  ed aspettano la sola firma del Ministro cambogiano degli Affari Sociali Ith Sam Heng per concludere felicemente le rispettive procedure.

Si tratta di bambini che sono ospitati in orfanotrofi cambogiani, dove vivono al limite della sopravvivenza stante la notoria  scarsità di risorse nel Paese per fronteggiare anche le più elementari esigenze della massiccia  popolazione infantile in stato di bisogno esistente. A loro volta i Direttori degli Orfanotrofi cambogiani si trovano nella impossibilità di far scorrere le lunghissime liste di attesa di ulteriori orfani da ospitare, proprio per la mancanza di posti resi disponibili con le adozioni internazionali.

Chi ha già avuto la fortuna di adottare in Cambogia può testimoniare come gli orfanotrofi cambogiani siano di numero e capienza insufficiente ad accogliere tutti i bambini cambogiani privi di una famiglia, e come gli stessi Direttori degli Orfanotrofi versino in enormi difficoltà anche solo per reperire tutti i viveri necessari da destinare ai bambini ospitati.

Si tratta di bambini in stato di accertato definitivo ed irreversibile abbandono, alcuni dei quali sono piccoli ed abbandonati sin dalla nascita come spesso avviene in Cambogia per la estrema condizione di povertà in cui vive una buona fetta della popolazione del Paese; altri sono più grandicelli ma ugualmente ristretti in orfanotrofio da lungo tempo senza alcuna speranza di poter trovare una famiglia disposta ad accoglierli all’interno del proprio paese di origine.

Questi bambini e molti di loro, benché da tempo non siano più in stato di abbandono, per aver trovato in Italia una famiglia disposta ad adottarli,  rischiano di vedere oltremodo prolungato il gravoso stato di istituzionalizzazione in cui versano, o al peggio di perdere del tutto l’opportunità di essere accolti ed avere una famiglia come ogni bambino del mondo merita.

Le famiglie italiane li attendono ormai da tempo immemorabile con l’ansia e la trepidazione che solo un genitore può avere per il proprio figlio.

Ci appelliamo al suo sicuro senso di paternità per comprendere il dolore immane e lo stato di profonda prostrazione in cui sono cadute le famiglie italiane in attesa di abbracciare i propri figli, dopo essere state ampiamente rassicurate su una imminente programmazione delle rispettive partenza.

Solo recentissimamente si è appreso, a sorpresa, prima tramite le ultime notizie dei mass media e poi con un comunicato stampa della Commissione Adozioni internazionali, che le procedure di adozione internazionale italiane pendenti in Cambogia, ivi incluse quelle con abbinamento già perfezionato e sottoscritto, dovranno essere ri-esaminate alla luce di una legge non ancora in vigore ma in corso di imminente approvazione in Cambogia.

Ciò contrariamente a quanto sino ad allora sostenuto e concordato con le Autorità italiane nel senso di definire gli iter pendenti sulla base del regime ancora attualmente  vigente, e nonostante nelle more lo stesso Ministro Cambogiano degli Affari sociali avesse autorizzato la partenza di alcune delle coppie in attesa.

Questa notizia ha gettato nella più assoluta disperazione le famiglie italiane, già ampiamente provate da una lunghissima ed estenuante attesa, e comunque  da più parti rassicurate circa la pronta definizione dei rispettivi iter secondo il regime vigente.

Invece le prospettive di una imminente conclusione degli iter di adozione internazionale rischiano di restare seriamente pregiudicate se non definitivamente compromesse dalla ormai prossima approvazione della nuova legge cambogiana sulle adozioni internazionali.

Ciò in quanto questa nuova legge precluderebbe l’adozione internazionale di bambini cambogiani di età superiore agli otto anni che al tempo in cui sono stati abbinati non avevano ancora raggiunto detto limite di età già preesistente nella precedente disciplina. Ed ancora: resterebbe preclusa irrimediabilmente per altri bambini abbinati la possibilità di essere accolti dalle loro famiglie che  incorrerebbero in limiti di età imposti per i genitori  nonché in limiti legati anche al numero di bambini presenti in famiglia.

Oltretutto non è dato conoscere anticipatamente i tempi di attuazione di questa nuova legge, che tra l’altro prevede una riorganizzazione degli enti di intermediazione italiani che operano sul territorio attraverso un sistema di accreditamento, oltre alla riduzione da otto a due degli enti italiani riconosciuti dalla Cambogia, nonché il contingentamento per Paese di destinazione del numero di bambini da adottare, dato che l’Italia non è l’unico paese estero che adotta in Cambogia.

Vi è ragione di ritenere che per effetto della approvazione di questa nuova legge potrebbe del tutto svanire la prospettiva di conclusione in tempi ragionevoli degli iter di adozione internazionale avviati dalle famiglie italiane, con la conseguenza che i bambini abbinati dovranno vedere oltremodo protratto il loro stato di istituzionalizzazione, se non del tutto sfumato  il sogno di poter essere accolti in famiglia.

La legge in questione dovrebbe essere approvata entro due settimane, ma la firma del Ministro sui dossier delle coppie abbinate consentirebbe la immediata conclusione degli iter già pervenuti a conclusione secondo il regime giuridico vigente al tempo dell’abbinamento ed in conformità con il principio universale del “tempus regit actum”.

La nuova legge cambogiana di ratifica della Convenzione de l’Aja appare per lo più dettata dalla esigenza sorta in seno alla Comunità internazionale di sottrarre il sistema delle adozioni internazionali in Cambogia ai diffusi sospetti di corruzione ed illegalità. Ma a questi sospetti devesi ritenere estranea l’Italia che, a differenza di altri Paesi, operava ed opera attraverso la intermediazione di enti no-profit autorizzati e controllati dalla Commissione Adozioni Internazionali. Diversamente le smagliature si erano presentate con altri Paesi esteri  che non avevano attuato il sistema di garanzie presente in Italia.

Di fatto  si è verificato che il tempo occorrente alla Cambogia per adeguarsi alla Convenzione de l’Aja si è risolto a detrimento delle coppie che loro malgrado sono incappate in questa fase di transizione. Tali coppie, pur dovendo come altre essere assoggettate al vecchio regime, finiranno per dover essere sottoposte alle verifiche richieste dalla nuova legge solo per la priorità che il Governo cambogiano ha assegnato alla procedura di approvazione della nuova legge.

Del resto devesi rimarcare che su alcuni dei dossier pendenti nella fase del blocco,  il Ministro cambogiano degli Affari Sociali ha già apposto la sua  firma, così consentendo, tra i mesi di Agosto e Settembre del 2009, la partenza di circa una decina di coppie italiane abbinate a bambini cambogiani, nonché di altrettante coppie straniere. E ciò è avvenuto in costanza del vecchio regime giuridico tuttora in vigore.

Dopo la partenza a Settembre delle prime coppie italiane, le famiglie italiane hanno vissuto giorno e notte nella trepida attesa di poter conoscere la data in cui sarebbero partite per poter abbracciare i propri figli, il che sarebbe avvenuto con la sola firma dei dossier da parte del Ministro cambogiano degli Affari Sociali Ith Sam Heng.

Invece per la sola  mancanza di una firma ai dossier istruiti e completati dei bambini abbinati, molti bambini cambogiani rischiano di  incappare e di restare schiacciati da una macchina burocratica in fase di avvio, e di vedere del tutto vanificato il sogno di vivere e crescere tra le braccia calde ed amorevoli di famiglie da tempo pronte ed ansiose di accoglierli.

Le famiglie italiane in attesa di adozione in Cambogia stanno vivendo in questi giorni nel terrore delle conseguenze che seguiranno alla approvazione della nuova legge e, con la morte nel cuore, continuano a stringere tra le mani la fotografia dei propri figli sperando di vedere presto coronato il loro  sogno di amore da tanto tempo coltivato.

Non è possibile credere che tra tutti gli iter italiani sospesi in attesa dell’adeguamento della Cambogia alla Convenzione de l’Aja, solo alcuni abbiano avuto la fortuna di vedere giungere a definitiva conclusione le rispettive procedure ed abbiano potuto accogliere i propri bambini.
 
Non è possibile credere che,  per una pura casualità dettata dall’assenza di una firma, altre famiglie debbano vedersi pregiudicate dal tempo inutilmente decorso ad aspettare, senza alcuna differenza né discriminante rispetto alle famiglie già regolarmente rientrate in Italia con i  bambini loro abbinati ed adottati.

Non è possibile per nessuno accettare che un bambino non più abbandonato per aver trovato una famiglia disposta ad adottarlo, debba aspettare i tempi di avvio e completamento di un oneroso processo di burocratizzazione delle procedure di adozione internazionale, perdendo nelle more la possibilità di vivere e crescere con le cure amorevoli e le attenzioni che solo una mamma ed un papà possono dare.

Chi ha già adottato in Cambogia, come altrove, può testimoniare come anche un solo giorno di istituzionalizzazione per un bambino in crescita, determini un aggravamento dello stato di deprivazione affettiva e materiale cagionato dalla restrizione  in un orfanotrofio. Anche un solo giorno in più di permanenza in famiglia  è una preziosa ed irrinunciabile opportunità che in nessun caso si può negare a bambini già privati di tutto.

In queste condizioni, solo il  Suo DIRETTO autorevole, prezioso e quanto mai tempestivo intervento presso il PRIMO MINISTRO DEL REGNO DI CAMBOGIA, può salvare e segnare felicemente il destino di questi bambini già abbinati a famiglie italiane, che incolpevoli aspettano e rischiano di restare irrimediabilmente travolti e schiacciati da un sorte due volte ingrata, una per essere stati abbandonati e la seconda per vedersi negata l’opportunità di avere al più presto una famiglia.

Allo stesso tempo per Sua mano  moltissime famiglie italiane potrebbero finalmente  coronare il proprio sogno che ormai con il passare del tempo  sta finendo per divenire sempre più un  miraggio.
CI AIUTI AD ABBRACCIARE IL NOSTRO ED I NOSTRI BAMBINI !


- Uno Notizie Roma - Italia -

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