La situazione è allarmante, eppure le istituzioni del comune di Nepi, Monterosi e della Provincia, poco o niente hanno fatto per mettere in sicurezza il tratto di strada della Cassia che mette in comunicazione i rispettivi comuni. Ogni giorno centinaia di pendolari e studenti transitano nel tratto suddetto, in attesa dei mezzi pubblici che li accompagnino al lavoro. Queste persone sono costrette a sostare sul ciglio della stada e per questo, come è facile intuire, sono esposte quotidianamente ad un rischio elevatissimo, determinato dall'alta velocità di percorrenza delle macchine e dei tir. Sappiamo che il limite di velocità è 50, ma sappiamo pure che mai nessuno lo rispetta. Sarebbe troppo chiedere che in quel tratto di strada venissero impiantate delle macchine per il controllo elettronico della velocità? Da anni tutti se lo chiedono, ma mai nessuno ha provveduto a far si che ciò si avverasse. La situazione si complica ancora di più se consideriamo il tutto dal "lato opposto" della strada. Per chi proviene da Viterbo e scende alla fermata davanti al ristorante la situazione diventa ancor più pericolosa. Succede più o meno questo: Si scende dal pullman e si aspetta che il flusso ininterrotto di macchine si plachi. E' buio (perchè mancano i lampioni) e la visuale è coperta dalle siepi dell'abitazione che confina con la strada (ben visibili nella foto). Allora ci si sporge un po' di più, si fa capolino sulla strada e... zac! per poco una macchina non ti prende sotto. Ecco, non passa nessuno, posso farcela, ora passo, mi faccio coraggio e taglio velocemente la strada, la attraverso... uff! anche oggi sono salva... finalmente posso tornare a casa dalla mia famiglia. Prima però devo arrivare al parcheggio dove ho lasciato la macchina che, come noto, è privo di qualsiasi illuminazione, buio totale, ma vabbè questa è un'altra storia. Questa odissea di un viaggiatore qualunque anche oggi si è conclusa, ma il malcontento serpeggia da anni tra i pendolari che, ogni santo giorno, mettono a repentaglio la propria vita per recarsi a scuola o sul posto di lavoro. Forse è giunto il momento di intervenire con misure di sicurezza che tutelino l'integrità umana come pure la sicurezza del viaggiatore.
A.S.
Emanuele Ricucci, responsabile provinciale delle politiche sociali de "La Destra" espone ancora meglio la situazione e chiede alle Istituzioni di provvedere immediatamente. L’ennesima vittima “della strada” cade al chilometro 41,800 della Cassia. Un punto di confine tra la Tuscia e la provincia di Roma e tra due comuni, Nepi e Monterosi, dall’elevatissimo tasso di pericolosità. Nel corso degli anni, un punto specifico di questa parte della Cassia, a scorrimento “veloce”, come logico, ha visto diversi cittadini rimanere vittima di incidenti, i più tragici dei quali, investiti da veicoli che sopraggiungevano. Oriana Chirieletti, come annunciato dalla stampa, mentre si recava a cena un paio di giorni fa, purtroppo, ultima delle quali.
Una domanda sorge spontanea: Cos’è che rende eccessivamente pericoloso quel tratto di strada “di confine”nel nostro territorio? Apparentemente, trovandosi sul posto, tutto sembra essere positivo; ma in un secondo momento, analizzata con ponderazione la questione, ci si rende conto che l’alta velocità dei veicoli che da Viterbo si immettono nella Cassia a due corsie in direzione Roma e viceversa, è notevole, spesso e volentieri, fuori dai limiti imposti. Si noterà poi, proprio per la solita forma mentis per cui “prevenire è meglio che curare” o “reprimere”, che manca una adeguata segnaletica verticale o orizzontale che richiami, in uno spazio non necessariamente lunghissimo ma che funga in maniera “veloce”, all’attenzione il guidatore, nonché scarsa illuminazione specifica ed esiguo “spazio“ di azione.
Purtroppo, per chi non ha presente o non conosce la “zona”, il tratto, oltre che a svilupparsi in un lungo rettilineo che dalla direzione Viterbo, sfocia direttamente sulla Cassia a due corsie, direzione Roma, transitando nel territorio nepesino, esso vede due punti ad alto rischio: l’immissione dalla provinciale nepesina direttamente sulla Cassia stessa ed, ancor più, il punto incriminato, in cui la strada regionale scorre tra un ristorante ed un benzinaio, zona ad altra concentrazione di veicoli e persone, con, in entrambi i casi, inserimento di automobili nel traffico e cosa ancor peggiore, due fermate dell’autobus, una disposta all’ingresso fisico del ristorante, in direzione Roma, l’altra che confina con il perimetro esterno del benzinaio, in direzione Viterbo.
Entrambe frequentatissime, a tutti gli orari, dato il collegamento diretto via Cassia, appunto, tra Viterbo e Roma, in special modo dai numerosissimi studenti, ogni giorno a rischio in un attraversamento estremamente pericoloso. Proprio in questo specifico punto, si sono avute diverse vittime di incidenti. Pertanto, proprio per questa situazione, vogliamo fare appello al Comune di Nepi, ai massimi vertici istituzionali del nostro paese, affinché trovino, mediando con le altre istituzioni interessate, con la Provincia di Viterbo, una soluzione seria e concreta proprio negli “interessi” dei tantissimi utenti cittadini nepesini ed “esterni” al nostro paese che ogni giorno si trovano per motivi di studio, lavoro e per altre personali questioni, a transitare in quel tratto di strada, affinché possa essere una politica di tutela, di prevenzione in sostegno concreto dei cittadini che non ci costringa, ancora, a piangere delle vittime.
Speriamo nella partecipazione e nella condivisione della gente comune, dei cittadini di Nepi per una tematica così importante, nonché delle istituzioni proponendo questa constatazione.
Emanuele Ricucci Responsabile provinciale delle politiche sociali de “La Destra” Segretario del circolo di Nepi de “La Destra”