TARQUINIA
— Il carro era sepolto da strati di terra e roccia calcarea nell'area
archeologica della Doganaccia a Tarquinia. Un tesoro, per la rarità del
ritrovamento e per la storia che ci potrebbe raccontare 2600 anni dopo,
scoperto dagli archeologi dell'Università di Torino e dell'Istituto
superiore per la conservazione e il restauro del ministero. «È un carro
di una nobile donna etrusca - spiega Alessandro Mandolesi, direttore
degli scavi - e la sua conservazione è molto buona».
E' stato trovato
all'interno di una tomba del Tumulo della Regina, uno scrigno
archeologico ancora da esplorare. Qui, nei giorni scorsi, è stata
scoperta la statua di una sfinge, alta quasi due metri e una
sorprendente agorà etrusca Un luogo dunque evocativo e scaramantico
(l'unione tra vivi e morti) per le sorti dell'antica Tarquinia. Con la
nuova scoperta, quella del carro, si aprono nuove ipotesi.
«Abbiamo la
certezza che fosse un carro femminile etrusco - continua Mandolesi - con
fattura e fregi nobili. E stato scoperto insieme a ceramiche finemente
lavorate e la proprietaria apparteneva certamente all'alta nobiltà». Una
regina? Gli archeologi non si sbilanciano anche se stanno valutando
un'ipotesi molto suggestiva. Quel carro poteva appartenere a Tanaquilla
(o Tanaquil) per alcuni moglie di Tarquinio Prisco, per altri la madre.
Intanto dalle tombe sono affiorando affreschi atipici, probabilmente i
più antichi mai scoperti a Tarquinia, risalenti al VII secolo avanti
Cristo.
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