Comparve il 12 marzo 1978 e fu ridetta il 15 marzo 1991, “Freud? E' un imbecille che non ha scoperto nulla”. Viene ribadita oggi, “ho letto le sue opere, poi ci sono andato dentro a questa storia della psicoanalisi, ma prestissimo mi sono reso conto che era tutto un imbroglio, un pensiero falso, che Freud non aveva scoperto nessun inconscio. Lo definiva inconoscibile: ma se è inconoscibile come fai a dire che hai scoperto l’inconscio? Poi non aveva nessuna idea di cura (e figurarsi se poteva esser proponibile la guarigione!) per cui non ho esitato a definirlo un imbecille”. Questo il pensiero dello psichiatra Massimo Fagioli di cui esce venerdi’, per le edizioni ‘L’Asino d’oro’, in una nuova veste, ‘La marionetta e il burattino’, il secondo libro, scritto nel 1974, della triade della Teoria della Nascita.
“Freud? “Un reazionario, non un rivoluzionario: simpatizzava per i ‘cesarismi’ del XX secolo e di questo testimonia una dedica estremamente elogiosa a Mussolini, scritta nel 1933, il suo appoggio al regime austro-fascista del cancelliere Dollfuss, il lavoro con gli emissari dell’Istituto Goering perché la psicanalisi continuasse a esistere sotto il regime nazionalsocialista, il suo odio per la sinistra”. E il freudismo, assieme alla psicoanalisi, “riposano su una gigantesca affabulazione, a sua volta fondata su una serie di leggende. Freud disprezzava la filosofia e i filosofi, ma non fu che un filosofo, autore di una soggettiva psicologia letteraria”. E poi di Freud, “spesso sappiamo solo quello che di lui hanno fatto i freudiano-marxisti e che è ben lontano dai testi freudiani”. Questo il pensiero del filosofo Michel Onfray, autore de ‘Le crépuscule d’une idole. L’affabulation freudienne’, di cui esce domani la versione in italiano, ‘Il crepuscolo di un idolo. Smantellare le favole freudiane’ (ed. Ponte alle Grazie), con relativa presentazione alla Libreria Feltrinelli di Roma.
Due eventi editoriali e culturali all’insegna della dissacrazione di un ‘mito’, Sigmund Freud, e di una disciplina (!) la psicoanalisi, di cui viene in discussione la scientificita’. Anche se resta ancora qualche ambiente culturale ‘radical-chic’ a riproporre Freud insieme a ‘pensatori’ dichiaratamente di destra: Ludwing Binswanger, seguace del filosofo ‘nazista’ Martin Heidegger. Nel suo libro ‘Il Crepuscolo di un idolo’, Onfray offre spunti interessanti, trascurati e offuscati appositamente, di come Freud non abbia mai speso una parola di critica e men che mai di rifiuto del fascismo e del nazismo e anche del ‘capitalismo’ fino a negare la tesi dello ‘sfruttamento’ di Marx. Impostore, cocainomane, ipocondriaco, imbroglione lucido nel falsificare i casi clinici, Freud in 'Perche' la guerra?' - scrive Onfray - appoggia il regime “piu' o meno fascista” di Dollfuss in Austria, tanto da restare ‘indifferente’ all’eccidio di operai in sciopero, e di Mussolini, salutato come 'Eroe della Cultura', in Italia e inoltre lascia che la Societa' di Psicoanalisi da lui fondata venga accettata ed annessa nel famigerato Istituto Goring nella Germania hitleriana. I rapporti avuti da Freud con Binswanger sono altrettanto chiari: per il primo, "i pazienti sono gentaglia...A ogni modo non possiamo aiutarli", e il secondo arriva a dire, "per essi deve compiersi il destino...del suicidio".
Una storia inquietante, questa di un Freud fascista e nazista, imbroglione e falsificatore, divenuto pero’ ‘icona’ di una certa sinistra sessantottina e di ambienti culturali ‘radical chic’. Alle ‘feroci’ critiche di Elisabeth Roudinesco, Bernard-Henri Levy, Julia Kristeva e Alain de Mijolla, Onfray ha replicato definendoli “gli ammuffiti del ’68, che mal sopportarono il libro: e’ la sinistra dell’intellighenzia o, per dirla in altre parole, una manciata di oligarchi impegnati a difendere la loro bottega estremamente fruttuosa, una sinistra a cui non resta più che il nome di sinistra, che si attesta su posizioni assimilabili al catechismo della sinistra policamente corretta. E nel catechismo di sinistra vi è questa leggenda di un Freud liberatore, ebreo di sinistra, uomo illuminato, amico delle donne. Una grande affabulation”.
E Fagioli? “Questa è una ricerca affascinante: il comunismo ha ignorato ed annullato l’inconscio, lo stesso ha fatto e fa il cristianesimo, per cui l’inconscio o non esiste o è il Male. E l’identità umana allora starebbe nella Ragione: le cose non stanno cosi’. L’identità umana non è la Ragione: bisogna volgere la ricerca verso cio’ che non è Ragione, l’irrazionale”. E qui si inserisce, per lo psichiatra dell’Analisi Collettiva, “il rapporto uomo-donna, il riconoscimento del ‘diverso da sè’’’ che, sia Freud, il comunismo, il ‘68 e il cristianesimo hanno escluso e tentano di escludere.