Maremma Etrusca, ultime notizie: affari
attraenti per mafia e cricche nella terra degli Etruschi - Il
sindaco di Tarquinia ha minacciato di denunciare il coordinatore del
Comitato dei Cittadini Liberi, se avesse fatto delle riprese durante
il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione del
Registro Tumori a Viterbo. L'intimidazione non ha funzionato e il
sindaco è stato ripreso. Poi una copia della registrazione è stata
data agli agricoltori di Tarquinia perché potessero ascoltare
quell'intervento, incentrato sulla responsabilità del comparto
agricolo nell'insorgenza delle patologie tumorali. Solo alla fine del
suo intervento il sindaco ha menzionato la centrale a carbone ma,
mentre ha dato quasi per scontata la responsabilità degli
agricoltori, riferendosi al carbone ha detto che il registro servirà
a capire se ci sarà incremento di morti e malati rispetto alla
vecchia centrale a olio combustibile. Insomma i cittadini si devono
tenere, e zitti, le ciminiere avute in regalo tanti anni fa.
Non una
parola sul cementificio, sull'autostrada tra le case (che anche
grazie alle battaglie dei cittadini per ora non si farà), sulla
centrale a bio-massa alla Roccaccia (che per legge potrà bruciare
rifiuti), sullo stoccaggio a cielo aperto del pet-coke. Mazzola
venerdì 26 novembre ha chiesto e ottenuto dal Consiglio Comunale di
Tarquinia di mettere un altro tassello nel processo
d'industrializzazione del territorio, rendendolo un po' meno adatto
all'agricoltura e un po' più adatto alle mire di cinesi buoni e
cattivi e alle porcherie dei colossi dell'energia. Grandi appetiti,
grandi nomi.
Ecco due elenchi, alla Fazio, di gente con le mani in
pasta a Civitavecchia e dintorni, di cui qualche giornalista
coraggioso ha scritto di recente. Uno è quello dei nomi che fanno
tremare ovunque si pronuncino: Di Lauro, Pulvirenti, Rinzivillo,
Gallo-Cavalieri, Barone, Di Sarno, Panati, Ragosta, Bosone, Canale,
Speziale. L'altro è di gente più o meno vicina alla cricca, a volte
già pratica d'inchieste, delle patrie galere o iscritta a bande
fuori legge (come la P2 e la P3). Spicca subito il nome di un potente
molto potente: Giancarlo Elia Valori, che sarebbe iscritto alla P2
con il n° 283, che ogni tanto porta i cinesi a Tarquinia.
L'elenco
prosegue poi con Anemone, De Santis, Incalza, Carducci, Caltagirone,
Parodi, Scajola, Valente, Lombardi, Bitetto eccetera, eccetera. “In
questo contesto” la zona industriale di Tarquinia fa gola a molti.
Per ora sopra c'è un deposito a cielo aperto di pet-coke (carbone
ricavato dal greggio) e i proprietari stanno cercando di ottenerne
l'ampliamento da 50.000 a 100.000 t, sempre rigorosamente a cielo
aperto.
I Di Sarno, nome che compare nel primo elenco, sono legati alla movimentazione del pet-coke in vari porti italiani. Vicino al carbonile del pet-coke doveva sorgere il mega-cementificio ma i cittadini hanno scoperto e denunciato il tentativo di farlo approvare con documenti fasulli; la denuncia pubblica ha salvato i consiglieri comunali, a cui è stato anche reso noto che dietro il proponente ufficiale figura la Cordusio SpA, una società di Milano studiata per mantenere l'anonimato dei soggetti interessati. I cittadini stanno ancora incalzando il sindaco di Tarquinia per sapere chi si nasconda dietro quell'anonimato. Nell'ultimo consiglio comunale i consiglieri, tutti eccetto uno, hanno votato a favore della Ubi Leasing che vuole “sviluppare” un altro pezzo di zona industriale. I consiglieri sanno per caso chi c'è dietro la Ubi Leasing?
Gli
stessi consiglieri comunali, ancora una volta tutti tranne uno, nello
stesso consiglio hanno approvato un'estesa lottizzazione a Marina
Velca, per continuare a cementificare le migliori terre agricole di
Tarquinia. Tanti anni fa quella lottizzazione fu bloccata dalla
scoperta di un' importante necropoli etrusca. Agricoltura e beni
culturali, tutto è d'inciampo per chi vuole appropriarsi dei beni
comuni. E non si dica che le seconde case servono per il comparto
turistico: la cementificazione del paesaggio è la rovina del
turismo. Il comparto edile invece, per avere un futuro, avrebbe
bisogno di essere proiettato verso la manutenzione del patrimonio
esistente e il turismo promosso curando l'aria, l'acqua,
l'agricoltura e il paesaggio. Alcune contraddizioni sono
inspiegabili: se la crisi economica in corso fa crollare il valore
delle seconde case, per chi si costruirà a Marina Velca?
A Tarquinia, poi, il massacro di un altro gran pezzo di fertile terra agricola, da distruggere per realizzare un enorme, inutile e dannoso porto turistico nella pianura alluvionale di Tarquinia, vera iattura per l'economia balneare della città etrusca. Alla sozzura del fiume Marta, che d'estate è una fogna a cielo aperto, s'aggiungerà quella del porto, che contribuirà a sporcare l'acqua di balneazione con un apporto di acqua torbida, proveniente dal bacino portuale, resa iridescente da piccole dosi di idrocarburi.
Tarquinia offre su un piatto d'argento le pietanze più gradite ai capitali inconfessabili.
Comitato dei Cittadini Liberi
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